Insomma, il forte dubbio che il corrotto dipendente regionale Cannova abbia rilasciato l’AIA per la discarica in contrada Stallaini, per “condizionamenti esterni” in natura e pecuniari pesa sull’ultimo decreto concessorio n. 454 del 4 aprile 2017 .
Nonostante, non una ma due interdittive antimafia per la Soambiente e per i suoi titolari, una del 2013 e una del 2014 e poi la sentenza del 16 dicembre 2014 del Tar di Palermo che sanciva le regolarità dell’operato della Prefettura di Agrigento.
Una sentenza che entrava profondamente nel merito delle vicende criminose.
Nonostante la Sovrintendenza il 6 marzo del 2013 scriva all’arch. Cannova che non ha mai rilasciato il parere definitivo alla Soambiente per inadempienza procedurale chiedendo il riesame dell’iter della procedura AIA.
Nonostante una diffida del Sindaco di Noto del marzo 2013 con la quale si chiedeva l’annullamento d’ufficio del decreto concessorio dell’autorizzazione alla discarica.
Nonostante la delibera del Consiglio comunale di Noto n. 41 del 8 agosto 2013 esprimesse tutta la contrarietà di una città alla realizzazione della discarica a Stallaini;
Nonostante il ricorso al Tar del Sindaco di Noto, autorizzato con delibera di giunta n. 193 del 21 ottobre 2013, depositato in data 23 dicembre 2013 e di cui pubblichiamo lo stato al 19 dicembre 2017.
Qui, una domanda da ignorante me la sono posta: come mai in data 15 gennaio 2014 il ricorso è stato cancellato dal ruolo?
Nonostante nel 2014 il Cannova fosse posto agli arresti nell’ambito dell’inchiesta “terra Mia” per i reati descritti nel capo B dell’ordinanza di custodia cautelare che si riporta in stralcio.
Nonostante LA COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SULLE ATTIVITÀ ILLECITE CONNESSE AL CICLO DEI RIFIUTI E SU ILLECITI AMBIENTALI AD ESSE CORRELATI avesse certificato, con una relazione dettagliata in data 16 luglio 2016 ai Presidenti di Camera e Senato, come il dipendente regionale Cannova abbia preso dei soldi e prebende varie per rilasciare le autorizzazioni AIA per la discarica da costituire nel comune di Noto.
Poi a marzo del 2017, quasi un colpo di prestigio, Sodano esce formalmente dalla compagine societaria, lasciando il posto al figlio Paolo. Al quale successivamente si aggiungono altri due soci: si chiamano entrambi Salvatore Sodano e sono uno lo zio e l’altro il cugino di Paolo, che rimane amministratore unico pur avendo soltanto il 27 per cento delle quote sociali. (ndr WWW.meridionews.it).
A seguito del cambio societario la prefettura di Agrigento iscrive la Soambiente nella White List dell’Elenco dei Fornitori, Prestatori di servizi e Esecutori di lavori non soggetti a tentativo di infiltrazione mafiosa.
Il Dipartimento Regionale dell’acqua e dei rifiuti del Regione Siciliana con decreto 454 del 4 aprile 2017, già citato, ripristina gli effetti dell’autorizzazione rilasciata con decreto n. 765 del 2012.
Non considerando che lo stesso era stato ottenuto attraverso lauti pagamenti al corrotto architetto Cannova.
Incredibile ma vero!
Allo stato di fatto il Sindaco di Noto si è opposto alla ripresa dei lavori con una diffida che per i legali della Soambiente ha il sapore dell’abuso di potere.
Incredibile ma vero!
Uno strano e pericoloso silenzio comunque è calato sulla vicenda.
Sappiamo che vi è stato un incontro “tranquillizzante” tra l’Amministrazione Comunale e alcune Associazioni ambientaliste.
Tuttavia riteniamo sia importante portare all’opinione pubblica e all’attenzione dei media il pericolo di aggressione che ancora volta viene perpetrato ai danni del territorio e dell’ambiente netino.
Carmelo Filingeri
complimenti Evarco per la disamina….
ma non sarebbe il caso di proporre un intervento sul tema al buon Mario Tozzi, ricercatore del cnr e divulgatore scientifico televisivo, per portare a conoscenza dell’opinione pubblica nazionale un caso che altrimenti rischia di rimanere solo un fatto locale????
In fondo Cava Grande è conosciutissima…….e se non lo è sarebbe una buona occasione di fare di necessità virtù.