C’è qualcosa di ridicolo e grottesco in questo ennesimo scandalo che coinvolge la politica netina e avvilisce l’intelligenza politica della nostra collettività.
Nonostante il gran parlare, qualcosa ancora non è stato detto e va chiarito.
Innanzitutto, il fatto che un giornalista del calibro di Borrometi, che conduce certi tipi di inchiesta, si sia interessato all’attività dell’amministrazione Bonfanti, e non è la prima volta, già di per se la dice lunga.
Sebbene il giornalista si limiti a porre solo delle domande, dagli interrogativi scaturiscono conclusioni chiarissime che lasciano adito a interpretazioni non certo positive per il sindaco.
Già tempo fa, quando si parlò dei presunti brogli elettorali da un’inchiesta de La Spia, emersero collegamenti inquietanti fra il Bonfanti e “certi tipi di voto”.
Ma come al solito Lui in Piazza Platone non c’era.
E, con qualche comunicato in consiglio comunale e con una pausa di riflessione di uno dei suoi gregari, come sempre se l’è cavata, eludendo il confronto col consiglio comunale aperto.
Questa volta però siamo andati oltre.
Allora si è dovuto inscenare una finta conferenza stampa, dove col suo collaudato monologo autoreferenziale, recitando il solito copione, per l’ennesima volta il sindaco si è sottratto al pubblico confronto.
Ma Bonfanti ormai ha completamente perso il senso della realtà, indaffarato soltanto a soddisfare l’opinione effimera, trascura che sta stracciando ora e per sempre la propria reputazione.
È letteralmente assuefatto al pubblico scandalo.
La società netina, poi, sembra del tutto incapace di cogliere il disvalore sociale ed etico di certi comportamenti.
Ma ciò non è sufficiente. E allora che fa?
Per depistare e allontanare maggiormente ogni sospetto, indossa la sua maschera di ipocrita e il 12 aprile partecipa alla manifestazione a Pachino, contro la mafia e l’illegalità in favore di Paolo Borrometi.
Il triste dato è che purtroppo la denuncia dei meccanismi del malaffare ormai non fa più notizia ma soprattutto non fa più indignare l’opinione pubblica che si stringe attorno all’indiziato in un abbraccio di solidarietà.
Perché tanto ormai lo fanno tutti… purtroppo non solo i politici hanno smesso di vergognarsi (cit. Davigo) e gli stessi parenti dei politici non sembrano minimamente turbarsi, ma cosa più preoccupante i cittadini hanno smesso di indignarsi.
Illegalità, malversazioni e malaffare sembrerebbero diventati i connotati della politica netina.
La deroga alla norma per consentire lo svolgimento di una data attività imprenditoriale è diventata la regola.
Dall’inizio di questa amministrazione è un susseguirsi di disdicevoli vicende.
Ma lo scandalo Bonfanti è appena all’inizio, diversi elementi consentono di concludere che il meglio deve ancora arrivare.
Sfortunatamente il problema rimane sempre lo stesso: quello della lunghezza dei tempi della giustizia italiana. Per cui finirà comunque che questa amministrazione concluderà tranquillamente il suo mandato facendo terra bruciata di ogni passato e anche del futuro di questa città.
La grave situazione venutasi a creare pone ancora una volta una questione morale che imbarazza l’intera cittadina barocca ma prima ancora l’istituzione stessa.
Basta ricordare quanto citato dall’art. 54 della Costituzione per comprendere che quanto posto sinora in essere dall’amministrazione Bonfanti è completamente antitetico a quello che può definirsi rispettabile, corretto, decoroso “…I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed ONORE…”.
Dall’inizio di questa amministrazione non si assiste ad altro che a scandali, inchieste, indagini, avvisi di garanzia che oltre a interessare il campo etico e morale assumono evidente carattere istituzionale.
A questo punto di fronte alla sfrontatezza del sindaco i consiglieri comunali, se nutrono ancora un briciolo di rispetto per questa città, dovrebbero dimettersi tutti per dimostrare da che parte stanno.
Ma passiamo al ridicolo.
Improvvisamente tutti si scoprono moralisti.
Gli stessi che nel 2014, anno in cui fu affidato l’appalto con ribasso anomalo, andavano a braccetto con l’amministrazione Bonfanti oggi si lanciano in un grido di indignazione e chiedono a gran voce le dimissioni.
Tutto ciò che prima era familiare improvvisamente si rivela estraneo e sinistro.
Bonifico bancario a parte, tutte queste vicende che stanno venendo alla luce ora sono state concepite in tempi in cui l’amministrazione Bonfanti aveva come presidente del consiglio l’attuale “sindaco immaginario” Figura.
Lo stesso che oggi incalza con comunicati dove prende le distanze da questi disdicevoli avvenimenti.
Francamente, non sono i tremila euro “fuori busta” e nemmeno l’aggiudicazione di un appalto con ribasso anomalo a preoccupare.
Oggi assistiamo a un fenomeno di smaterializzazione della tangente.
Nessuno sinora ha sollevato perplessità sul fatto che la gran parte dei fedeli sodali di Bonfanti, che lo hanno accompagnato e spalleggiato nel corso di tutta la campagna elettorale, sono per lo più stati impiegati nel settore dei rifiuti, nel randagismo e al servizio idrico; con quali modalità, tipo di contratto e retribuzione non è dato saperlo perché i vari atti non sono mai transitati dall’albo pretorio.
Tutto ciò è normale perché rientra nel sistema clientelare che alimenta la politica netina.
Nessuno si è chiesto in che modo le ditte che fanno ribassi eccessivi, seppure nei limiti di legge, riescono poi a far quadrare conti e a volte ad assumere anche personale suggerito dall’amministrazione.
Perché tanto non c’è nessuno che controlla su chi dovrebbe controllare la regolare esecuzione del contratto o fornitura pubblica.
Nessuno poi si è domandato come è possibile che non esiste qui a Noto un appalto che dopo l’aggiudicazione non subisca sistematicamente una perizia di variante….
Forse oggi questi dubbi saranno sorti anche agli organi inquirenti?
Forse le alte istituzioni hanno finalmente capito che rischiano definitivamente di perdere credibilità?
Veniamo ora al grottesco, alla questione dei tremila euro fatti al Mina di cui il sindaco non ne sapeva niente (te pareva, direbbero a Roma).
Quando si dice alla fantasia non c’è mai fine.
Precisiamo innanzitutto che il Mina, dipendente part-time a tempo INDETERMINATO, non è semplicemente l’autista del sindaco ma è uno dei suoi fedeli assistenti.
Infatti, con determina sindacale n. 63, in data 01/12/2011, il Bonfanti ha provveduto alla costituzione dell’ufficio di gabinetto e lo staff per lo svolgimento delle attività di supporto e coordinamento con gli uffici e i settori dell’ente, individuando fra il personale preposto a tale scopo proprio il Mina come collaboratore di fiducia.
Successivamente il Mina è stato beneficiario di un trattamento economico privilegiato, ulteriore, rispetto a quello dei colleghi di pari categoria.
Infatti con reiterate delibere di Giunta, supportate da argomentazioni che, a nostro modesto avviso, sembrerebbero alquanto farraginose o, quantomeno discutibili, veniva riconosciuta al suddetto dipendente un’indennità di € 778,00 lordi mensili (€ 500,00 netti) per complessivi € 9.336,00 l’anno.
A detta della Giunta sembrerebbe molto complicato, per l’impegno e per i compiti che quotidianamente svolge il Mina, calcolare gli straordinari che effettua durante il suo complicatissimo incarico.
Esattamente, ad apparire piuttosto dubbia è la parte della delibera di giunta in cui si sostiene che l’art. 90 del TUEL (D.lgs. 270/00) prevedendo la possibilità di attribuire emolumenti aggiuntivi per i dipendenti a tempo DETERMINATO non la escluderebbe per quelli a tempo indeterminato.
Anzi, più che dubbia sembrerebbe una vera forzatura.
Infatti, il comma 3 dell’art 90 nel prevedere la possibilità della corresponsione di un emolumento comprensivo per il lavoro straordinario, per la produttività collettiva e per la qualità della prestazione individuale in sostituzione del trattamento economico accessorio previsto dai contratti collettivi, chiaramente fa riferimento al personale di cui al comma 2, ovvero quello assunto a tempo DETERMINATO.
Se il legislatore avesse voluto attribuire agli organi amministrativi del comune l’arbitrio di decidere diversamente , lo avrebbe fatto esplicitamente o probabilmente avrebbe utilizzato un’altra formulazione EVITANDO DI PUNTUALIZZARE CHE L’EMOLUMENTO SPETTA AI SOLI DIPENDENTI A TEMPO DETERMINATO oppure lasciando imprecisata la locuzione, oppure ancora avrebbe esplicitato la volontà di estendere tale emolumento a tutte le categorie di lavoratori sia a tempo determinato che indeterminato.
È dunque assolutamente da escludere che l’esistenza di tale potere di scelta lo si possa affermare in via deduttiva.
Sarebbe interessante sapere cosa ne pensa la Corte dei Conti…
Quello che tutti adesso si domandano è: ma alla fine il sindaco per farla veramente credibile prenderà provvedimenti sul Mina?
Impazza già il toto incarico: c’è chi ipotizza che tornerà a dirigere il traffico.
Come detto all’inizio la denuncia dei meccanismi del malaffare non fa più indignare “tanto lo fanno tutti…”
Ciononostante di questo fenomeno dobbiamo continuare a parlarne, per evitare l’indifferenza rispetto a questo malcostume e stimolare nei giovani la capacità di reagire.
Movimento CinqueStelle Noto
Il Re è proprio nudo!
Il PD di Noto è per il buio etico e politico che la Città continua a respirare?