Il Consiglio dei Ministri questa sera, sotto la presidenza del Ministro Piero Giarda, su proposta del Ministro dell’Interno, ha deliberato lo scioglimento, ai sensi della normativa antimafia, del Consiglio comunale di Augusta e del Consiglio comunale di Grazzanise (Caserta), entrambi interessati da infiltrazioni della criminalità organizzata. La notizia appresa poco dopo le 19 direttamente dal sito internet del Governo, è ufficializzata dagli organi di Polizia ha subito fatto il giro della città suscitando incredulità ma anche preoccupazione.
Il commissario straordinario che dallo scorso 26 settembre guida la città megarese dopo le dimissioni del sindaco, Massimo Carrubba ha commentato: «È certamente una pagina buia per la città. Umanamente mi dispiace per la collettività augustana. Ci inchiniamo alle decisioni del Governo e non possiamo far altro che prenderne atto. Cesserà ora quando la decisione del Consiglio dei Ministri sarà ratificata, anche il mio mandato. La città verrà amministrata per 18 mesi da tre commissari di nomina governativa, tre vice prefetti e per questo lasso di tempo non si voterà per le amministrative. Non voglio commentare oltre, ma certo si tratta di una decisione che getta pesanti ombre sull’operato della classe politica e gli amministratori ma è certamente una decisione che mortifica l’intera città».
La notizia tanto temuta, dello scioglimento del Consiglio comunale di Augusta per infiltrazioni mafiose, è arrivata oggi poco prima della programmata riunione del civico consesso convocato per le 19 a Palazzo San Biagio dal presidente, Salvatore Amato. A farne le veci il vice presidente, Mariella Miceli, che ha atteso l’arrivo del segretario generale per dichiarare nulla la seduta per mancanza di numero legale dei presenti.
Il Consiglio resta, infatti, formalmente in carica fino a quanto il provvedimento assunto dal Ministero degli Interni non verrà notificato. Abbiamo raccolto a caldo le reazioni di alcuni membri dell’assemblea.
«Chi in questo momento sta sorridendo – affermano i consiglieri Roberto Conti e Giulio Morello – sappia che per la città non sarà un bene. Siamo tranquilli e aspettiamo le valutazioni contenute nel provvedimento».
Il vice presidente Mariella Miceli dichiara: «Chi ha da pagare, paghi. Che vengano resi noti i nomi dei responsabili. Io ritengo di aver lavorato sempre con correttezza, onestà e dignità nell’interesse di Augusta».
«Non sono meravigliato in quanto la notizia già da tempo circolava – dice il consigliere Sebastiano Salamone – ma senz’altro dispiaciuto per la città che non meritava questa infamia che coinvolge anche quei consiglieri che sono estranei ai fatti. Sono amareggiato anche perché a causa di coloro che sono interessati dalla vicenda si possa infangare la figura di quei consiglieri che invece hanno lavorato onestamente nel rispetto di quel giuramento prestato nel giorno in cui si sono insediati. Ciò che più temo è il giudizio della città, mi rammarica il fatto che, si creeranno inevitabilmente equivoci ed ambiguità delle opinioni che accomuneranno chi è estraneo ai fatti a chi invece è colpevole».
Giuseppe Di Mare: «Prima di qualunque presa di posizione vanno lette le carte e le motivazioni che hanno portato a questa scelta. Sicuramente Augusta non è una città mafiosa, lette le motivazioni, non escludo nessuna iniziativa a difesa della città. in un momento delicato, questo marchio per la nostra città non è un bel segnale».
Com’è noto si era insediata lo scorso 30 agosto ed aveva concluso i suoi lavori dopo 4 mesi la commissione ispettiva nominata dal Prefetto di Siracusa al Comune di Augusta. La commissione era coordinata dalla vice prefetto vicario Giusy Scaduto. Il mandato conferito era inizialmente di 3 mesi ma si è reso necessario per completare l’indagine una proroga di 1 mese. La commissione ha inviato una relazione sul lavoro svolto al Prefetto di Siracusa che a sua volta ha relazionato al Ministro degli Interni.
In questi 4 mesi è stata esaminata una gran mole di documentazione che era stata accatasta nelle stanze “blindate” di palazzo di città. Funzionari amministrativi della Prefettura di Siracusa ed ispettori di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, si erano insediati a palazzo di città prendendo visione ed acquisendo una serie di documenti.
Ufficialmente in questi mesi si era parlato di “ispezione”. I componenti della Commissione avrebbero acquisito non solo la documentazione relativa all’attività dell’amministrazione comunale, ma anche atti deliberativi addirittura risalenti agli anni 60’. La documentazione riguarderebbe un po’ tutti i settori ed anche l’attività del consiglio comunale.
La decisione di inviare la commissione prefettizia nella città megarese era scaturita dagli sviluppi di una indagine del 2008 della Direzione Distrettuale Antimafia di Catania che con un blitz al Comune acquisì una corposa documentazione, al termine dell’indagine fu inoltrato un rapporto al Ministero degli Interni che delegò la Prefettura di Siracusa di nominare ed inviare ad Augusta una commissione ispettiva.