Si chiama mixed media art. E’ oggi l’80% dell’arte contemporanea.
Pittura, scultura, immagine digitale, video, fotografia, suono. L’insieme delle tecniche espressive si mescolano nella realizzazione delle opere.
Ed in questi anni l’amministrazione comunale ha interpretato molto bene queste nuove tendenze di arte contemporanea, promuovendo e concedendo patrocini e spazi di fruizione pubblica ad artisti più o meno famosi.
Nei bassi di Palazzo Ducezio moltissime di queste mostre.
Ricordiamo nel 2014 la mostra “Analogie Libere”, organizzata da Galleria ArteKo dove ogni opera, fotografica, pittorica era un’autentica scoperta di tecniche e commistioni, di materiali, oggetti ed altro.
Ricordiamo ancora nel 2015, “Anamorfosi, forme e percezioni”, la mostra curata dalla galleria “K.Art: unconventional place” in collaborazione con l’Associazione Fund4art che affrontava il tema dell’anamorfosi sotto vari aspetti: dalla fotografia alla pittura, dalla scultura alle istallazioni luminose. Lo spettatore solo cambiando prospettiva, punto di vista, riesce a comprendere e interpretare ciò che vede nella maniera adeguata.
Nel dicembre del 2015 vi fu la personale di Doriana Pagani dal titolo “Vetrina-Pitture&Mise”.
Non solo mostra, ma un contenitore di eventi, quadri dell’artista, oggetti di design, installazioni video, uno spazio vivo e vitale per interagire con l’arte.
Ricordiamo ancora con molto piacere la mostra fotografica “In corpore” di Guido Gaudioso, a cura di Vincenzo Medica per Studio Barnum Contemporary, organizzata con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Noto, Unesco – World Heritage List sempre nei bassi di Palazzo Ducezio.
E potremmo continuare in questa elencazione ancora per parecchio tempo.
Pertanto, quando ho letto della prima piccola polemica estiva su una mostra, già autorizzata dall’assessorato alla cultura e poi cancellata, nei bassi di Palazzo Ducezio e soprattutto delle dichiarazione rilasciate dal primo cittadino sulle motivazioni della mancata inaugurazione che ribaltavano completamente i criteri di assegnazione dello spazio di Palazzo Ducezio per l’allestimento di mostre di arte contemporanea, sono rimasto prima perplesso, poi, con un po’ di ironia, mi sono fatto una risata.
Chissà perché, ma io sono notoriamente un rompiballe, mi è venuto alla mente un altro episodio della prima sindacatura di Bonfanti.
Nel settembre del 2011 fu chiusa la Gan, la galleria civica di arte contemporanea.
All’epoca una valente giornalista scrisse sul danno di immagine per la città arrecato da tale decisione.
Ma erano altri tempi!
Però, ma è sicuramente un accostamento azzardato, l’ubriacatura post elettorale non fa certo bene!
Carmelo Filingeri