E’ convinzione generalmente diffusa nella fauna politica italiota che la verità non si può dire sempre e comunque ed anzi la menzogna, attraverso il mezzo della mistificazione, può essere tranquillamente accettata o tollerata a supporto del principio “Fai quel che devi, perché accada quel che vuoi”, ma io sono convinto che “nel tempo dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario”.
Credo, anzi, che stia per tornare il tempo per richiamare la gente di Noto, persone e gruppi, attorno a questo semplice concetto e progettare insieme a loro un nuovo futuro politico che finalmente dia risposte coerenti alle esigenze della città.
La Tares, botte da orbi per tutti, con aumenti rispetto alla Tarsu che vanno dal 30% al 60% e oltre e che colpiscono indiscriminatamente sia le famiglie plurireddito sia quelle in grave difficoltà con redditi minimi e componenti disoccupati, per non parlare delle cifre astronomiche per le attività produttive, commerciali, artigianali e terziarie.
Tanto che, il nostro primo cittadino, probabilmente per mettersi al riparo dalle inevitabili critiche e proteste che, tra l’altro, inevitabilmente sono arrivate, ha inteso accompagnare la “salatissima bolletta da questo breve scritto:
“Carissimi concittadini,……… la TARES (Tariffa Rifiuti E Servizi) sostituisce, in tutti i Comuni italiani, da quest’anno, la TARSU, cioè la vecchia tassa sulla “spazzatura”. La TARES riguarda, oltre alla raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, anche altri servizi chiamati indivisibili, come ad esempio la manutenzione stradale, l’illuminazione, etc., per cui l’ ultima rata è maggiorata di 30 centesimi di euro al metro quadrato. Quest’ultimo importo (€/mq 0.30) è versato interamente nelle casse dello Stato.
Considerato che il pagamento della TARES è stato imposto dallo Stato, è evidente che l’ introduzione di questa tassa non dipende dalla volontà dell’ Amministrazione di questo Ente” ……… Corrado Bonfanti.”
Caro Sindaco guardi che è ormai davanti agli occhi di tutti i cittadini che il governo nazionale con il decreto legislativo n. 102 del 31 agosto 2013 (cosiddetto decreto Imu) dava la possibilità ai comuni, entro il 30.11.2013, di scegliere di mantenere per l’anno in corso la TARSU, la tassa sulla spazzatura, già aumentata, tra l’altro, l’anno scorso dalla Sua amministrazione dell’11%.
E tuttavia Lei, insieme alla Sua Giunta e ai suoi telecomandati 14 consiglieri di maggioranza, nella riunione della massima assise comunale del 20 settembre 2013, ha scelto, con forza e determinazione, di infliggere alla già debole economia cittadina questo nuova mazzata.
Adesso addurre pretesti del tipo: “Non è colpa nostra, è una legge dello Stato”, “abbiamo cercato di fare il meglio possibile”, “siamo nella stessa barca con tutti i comuni d’Italia” mi sembra poco rispettoso per i suoi concittadini e quasi, politicamente imperdonabile perche, veda, la mistificazione della realtà intacca il fondamento etico dell’esercizio dell’Amministrazione della Cosa Pubblica, la fiducia tra i governati e i governanti e mette a rischio l’esistenza stessa della comunità.
Certo, detto questo, ci piacerebbe capire perché Corrado Bonfanti che, come la vicenda Sai8 ha dimostrato, è dotato di una “smisurata” prudenza, ha scelto di aumentare le tasse.
Non mi pare verosimile addossare semplicemente le responsabilità a un generico quanto taumaturgico “taglio dei trasferimenti agli Enti locali”.
Non è dato sapere, probabilmente l’arcano sarà sciolto dall’approfondita lettura del prossimo bilancio consuntivo.
Ora che fare?
Il Sindaco, tecnicamente, potrebbe ancora fare marcia indietro, significherebbe, in tempi strettissimi, smontare e rimontare il bilancio di previsione 2013 appena approvato.
Impresa troppo difficile, al limite del temerario, forse dell’incoscienza.
Alla fine, almeno per quest’anno, chi potrà pagare, pagherà, chi non potrà ……pazienza.
Tuttavia è doveroso che il primo cittadino si assuma almeno tutte le proprie responsabilità!
Compiuta questa imprescindibile “operazione verità”, e poiché “acqua passata non macina grano”, per non ricadere negli stessi errori, è opportuno e necessario lanciare un avviso al Sindaco e ai vertici del Circolo del Partito Democratico di Noto.
Al Sindaco come capo dell’Amministrazione, titolare di deleghe nevralgiche per il corretto funzionamento della macchina comunale, nonché gestore politico di quei “Peones” transumanti che bivaccano negli scranni della maggioranza di Palazzo Ducezio.
Al Partito Democratico, perché nell’immaginario collettivo cittadino, l’amministrazione Bonfanti viene ormai vista come un “monocolore” di sinistra a guida PD, con ben tre assessori di riferimento, uno tesserato, una di “area” e l’altro simpatizzante, il partito, insomma, che determina le scelte politiche-amministrative, assumendone le responsabilità nei confronti dell’elettorato cittadino.
Dal 1 gennaio 2014 andrà in vigore la già famigerata TRISE che, se supererà l’ostacolo dell’approvazione della legge di stabilità, si comporrà dalla TASI (Tassa sui servizi indivisibili) e dalla TARI (Tassa sui rifiuti) e sarà legata ai metri quadrati degli immobili.
E allora mentre per la TASI, i coefficienti saranno definiti dallo Stato, ed è una tassa a fronte di servizi indivisibili (illuminazione, strade, verde pubblico, etc), per la tassa sui rifiuti (TARI) sono i comuni a farla da padrone.
I comuni avranno l’obbligo di coprire con gli introiti della TARI il costo della raccolta dei rifiuti, ma potranno scegliere se commisurare l’entità ai rigidi criteri previsti dalla legge Ronchi o piuttosto sulla base di statistiche municipali sulla produzione dei rifiuti.
Nello stesso anno scadrà il contratto di affidamento del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti che il comune di Noto ha stipulato con la Dusty srl, così oneroso per l’intera comunità e che è necessaria la rimodulazione del contratto a costi inferiori per le casse comunali tenendo presente che i servizi extra, in questi ultimi anni, sono costati tantissimo e che un maggiore controllo degli stessi non guasterebbe.
Questa è la strada maestra da perseguire, di concerto con i rappresentanti dei portatori di interesse della città, per evitare ulteriori salassi ai netini e non correre il rischio di abbandonare al loro destino buona parte della nostra comunità.
Su questa vicenda lasceremo i riflettori puntati.
Carmelo Filingeri
GRAZIE
Caro Carmelo,
ti ringrazio per quello che hai scritto.
Al Sindaco, agli Assessori, ai Consiglieri di maggioranza auguro di avere la capacita’ di
mettersi da parte. “Un bel morir tutta la vita onora” (Petrarca).
Corrado Scardaci
Caro Corrado, ricordati che rispettare il prossimo come te stesso, non vuol dire scrivere quello che hai scritto senza conoscere di cosa stai parlando.
Sei una brava persona, ti prego di documentarti e di commentare a pieno titolo.
Cari Saluti
Corrado Bonfanti
….L’AMICO CARMELO FILINGERI NON HA ANCORA CAPITO DI AVERE A CHE FARE CON PERSONE ONESTE E TRASPARENTI. LE ACCUSE DI MISTIFICARE LA REALTA’ LA RIMETTO AL MITTENTE CON LE PROVE IN MANO. I CITTADINI VALUTANO CHI DICE BUGIE.
Con la conversione in legge del DL 102/2013 il Senato ha aperto la strada alla possibilità per i Comuni di non applicare la Tares e di tornare alla Tarsu con la sola maggiorazione di 0,30 euro per metro quadrato (quota statale).
Di seguito il testo del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 102 convertito in legge in via definitiva dal Senato il 24.10.2013 e in corso di pubblicazione in G.U. (articoli di legge pertinenti la Tares):
Art. 5 – Disposizioni in materia di TARES
1) Per l’anno 2013 il comune con regolamento di cui all’articolo 52 del decreto legislativo n. 446 del 1997, da adottarsi entro il termine fissato dall’articolo 8 per l’approvazione del bilancio di previsione, può stabilire di applicare la componente del tributo comunale sui rifiuti e sui servizi di cui all’articolo 14 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, diretta alla copertura dei costi relativi al servizio di gestione dei rifiuti tenendo conto dei seguenti criteri e nel rispetto del principio «chi inquina paga», sancito dall’articolo 14 della Direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti:
commisurazione della tariffa sulla base delle quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie, in relazione agli usi e alla tipologia delle attività svolte nonché al costo del servizio sui rifiuti comprensivo delle operazioni di riciclo, ove possibile;
b) determinazione delle tariffe per ogni categoria o sottocategoria omogenea moltiplicando il costo del servizio per unità di superficie imponibile accertata, previsto per l’anno successivo, per uno o più coefficienti di produttività quantitativa e qualitativa di rifiuti;
c) commisurazione della tariffa tenendo conto, altresì, dei criteri determinati con il regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1999, n. 158;
d) introduzione di ulteriori riduzioni ed esenzioni, diverse da quelle previste dai commi da 15 a 18 dell’articolo 14 del decreto-legge n. 201 del 2011, che tengano conto altresì della capacità contributiva della famiglia, anche attraverso l’applicazione dell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE), nonché introduzione di esenzioni per i quantitativi di rifiuti avviati all’autocompostaggio, come definito dall’articolo 183, comma 1, lettera e), del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni.
2. Il comma 19 dell’articolo 14 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, è sostituito dal seguente:
“Il consiglio comunale può deliberare ulteriori agevolazioni rispetto a quelle previste dai commi da 15 a 18 e dal comma 20. La relativa copertura può essere disposta attraverso la ripartizione dell’onere sull’intera platea dei contribuenti, ovvero attraverso apposite autorizzazioni di spesa che non possono eccedere il limite del 7 per cento del costo complessivo del servizio».
3. In ogni caso deve essere assicurata la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio relativi al servizio, ricomprendendo anche i costi di cui all’articolo 15 del decreto legislativo 13 gennaio 2003, n. 36, ad esclusione dei costi relativi ai rifiuti speciali al cui smaltimento provvedono a proprie spese i produttori dei medesimi.
4. Il comune predispone e invia ai contribuenti il modello di pagamento dell’ultima rata del tributo sulla base delle disposizioni regolamentari e tariffarie di cui ai commi precedenti.
4-bis. Nel caso in cui il versamento relativo all’anno 2013 risulti insufficiente, non si applicano le sanzioni previste in tale ipotesi, qualora il comune non abbia provveduto all’invio ai contribuenti dei modelli di pagamento precompilati in base all’applicazione delle disposizioni regolamentari e tariffarie di cui al presente articolo.
4-ter. Al comma 23 dell’articolo 14 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, le parole: «dall’autorità competente» sono sostituite dalle seguenti: «dal medesimo consiglio comunale o da altra autorità competente a norma delle leggi vigenti in materia».
4-quater. In deroga a quanto stabilito dall’articolo 14, comma 46, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, e dal comma 3 del presente articolo, per l’anno 2013 il comune, con provvedimento da adottare entro il termine fissato dall’articolo 8 del presente decreto per l’approvazione del bilancio di previsione, può determinare i costi del servizio e le relative tariffe sulla base dei criteri previsti e applicati nel 2012 con riferimento al regime di prelievo in vigore in tale anno. In tale caso, sono fatti comunque salvi la maggiorazione prevista dal citato articolo 14, comma 13, del decreto-legge n. 201 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214 del 2011, nonché la predisposizione e l’invio ai contribuenti del relativo modello di pagamento. Nel caso in cui il comune continui ad applicare, per l’anno 2013, la tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (TARSU), in vigore nell’anno 2012, la copertura della percentuale dei costi eventualmente non coperti dal gettito del tributo è assicurata attraverso il ricorso a risorse diverse dai proventi della tassa, derivanti dalla fiscalità generale del comune stesso.
PER QUANTO SOPRA RIPORTATO:
1) IL COMUNE DI NOTO NON PUO’ RITORNARE ALLA TARSU IN QUANTO COMUNE VIRTUOSO CHE HA GIA’ APPROVATO IL BILANCIO DI PREVISIONE;
2) IL COSTO DEL SERVIZIO RIFIUTI DEVE ESSERE UGUALMENTE COPERTO AUMENTANDO TUTTE LE ALTRE ENTRATE TRIBUTARIE A PARTIRE DALL’IMU SECONDE CASE, TOSAP, ADDIZIONALE IRPEF, TASSA AFFISSIONI;
NON SI RIESCE A CAPIRE CHE IL GOVERNO CENTRALE HA ADOTTATO IL SISTEMA DELLO SCARICA BARILE GIOCANDO SULLA PELLE DEI SINDACI ONESTI, COSCIENZIOSI E RISPETTOSI DELLA LEGGE, VARIANDO DENOMINAZIONI, SPOSTANDO SCADENZE, RIATICOLANDO DISPOSITIVI DI LEGGE MA SEMPRE NELL’INTENTO DI TROVARE NELLE TASCHE DEI CITTADINI LE RISORSE NECESSARIE.
E’ VERGHOGNOSO CHE IN CITTA’ CI SIANO PERSONE CHE SPECULANO SU QUESTI ARGOMENTI DICHIARANDO CHE SONO PRONTI AD ESSERE IL FUTURO POLITICO DELLA CITTA’; E’ VERGOGNOSO E DISONESTO.
COMUNICAZIONE AI CITTADINI
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Domani mattina alle ore 13,00, la Giunta comunale da me presieduta delibererà una proposta da portare in Consiglio Comunale che prevede di riarticolare le scadenze Tares nel seguente modo:
1) una rata entro il 30 novembre 2013 con l’aggiunta dello 0,30 euro per le casse dello Stato;
2) una rata entro il 28 febbraio 2014;
3) la terza e ultima rata entro il 30 aprile 2014.
Corrado Bonfanti
Caro Sindaco,
mi dispiace avere scosso un pochino il tuo abituale aplomb. Ma come tu ben sai in democrazia è naturale avere opinioni diverse e poterle esprimere liberamente. Certo queste, quando si tratta di temi così delicati che colpiscono l’assetto economico delle famiglie è opportuno suffragarle, giustamente con dati alla mano. Ma veniamo al dunque.
E’ vero che il decreto Imu del 31 agosto 2013 non imponeva ai Comuni di applicare necessariamente la Tares?
Naturalmente si come riporta il testo: “Per l’anno 2013 il comune con regolamento di cui all’articolo 52 del decreto legislativo n. 446 del 1997, da adottarsi entro il termine fissato dall’articolo 8 per l’approvazione del bilancio di previsione, puo‘ stabilire di applicare la componente del tributo comunale sui rifiuti e sui servizi di cui all’articolo 14 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, diretta alla copertura dei costi relativi al servizio di gestione dei rifiuti tenendo conto dei seguenti criteri e nel rispetto del principio “chi inquina paga”,vsancito dall’articolo 14 della Direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti ….”.
Quindi può, non deve.
Il 20 settembre invece, dopo una sua “poderosa” dissertazione il consiglio comunale approvò la Tares.
E’ vero che addirittura la legge di conversione del decreto sunnominato ha modificato ulteriormente, in maniera migliorativa il citato art. 5?
Naturalmente, ancora una volta Si
Dal sole24ore: La legge di conversione ha apportato rilevanti novità in materia di tariffa rifiuti, modificando la precedente formulazione dell’articolo 5 del decreto. Tra esse si segnala l’inserimento della possibilità per i Comuni di non applicare la nuova Tares e di confermare, per il2013, la modalità di tassazione in vigore nel 2012 (Tarsu o Tia), salvo la maggiorazione del prelievo per i cd. “servizi indivisibili”, che è comunque dovuta ed il cui gettito è destinato allo Stato. Nel caso in cui il comune continui ad applicare, per l’anno 2013, la tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (TARSU), in vigore nell’anno 2012, la copertura della percentuale dei costi eventualmente non coperti dal gettito del tributo è assicurata attraverso il ricorso a risorse diverse dai proventi della tassa, derivanti dalla fiscalità generale del comune stesso.
Caro Sindaco, nessuna strumentalizzazione, solo noia e delusione.
Anche questa tardiva proposta della diversa rateizzazione non pensi sia un pannicello caldo che ti costringerà a modificare importi e saldi del bilancio di previsione?
Ps. A Catania Sospesa la Tares, aumenti tra l’8 e l’11%.
L’orientamento dell’amministrazione è quello di procedere per quest’anno ad operare ancora in regime di Tarsu o di Tares semplificata attraverso una nuova delibera che sarà preparata tra lunedì e martedì e inviata all’esame del Consiglio entro la metà della prossima settimana. Si opererà, quindi, spalmando su tutte le categorie un aumento compreso tra l’8 e l’11 per cento che servirà per coprire interamente il costo del servizio secondo quanto prevede la normativa vigente sulla copertura, e non colpendo quindi solo determinate categorie, come era previsto con la Tares. Gli aumenti, tra l’altro, sono previsti nel Piano di risanamento delle casse, approvato dal precedente Consiglio comunale e diventato operativo con il recente sì della Corte dei Conti.
La differenza col regime della Tares, il cui regolamento è stato contestato da parte dei consiglieri e anche dalla Confcommercio che aveva chiesto il ritiro della delibera, consisterà adesso nell’evitare che per alcune categorie (vedi famiglie numerose) la tassa venga incrementata di oltre il 50%. L’eventuale aumento per la copertura del servizio sarà previsto e proposto in Consiglio con la nuova delibera. In questo caso l’aumento sarà riportato nel bollettino a conguaglio di dicembre che verrà recapitato a casa dei contribuenti.
– See more at: http://www.lasicilia.it/index.php?id=107912/politica/sospesa-la-tares-aumenti-tra-l8-e-l11&template=lasiciliait#sthash.t1WAoAqE.dpuf
Salvo Sorbello chiede al sindaco di fermarsi (come Catania) nell’applicazione della Tares.
Il Consigliere comunale Salvo Sorbello “Il Comune di Catania – dichiara il consigliere comunale di Progetto Siracusa Salvo Sorbello – decide di fermarsi nell’applicazione della Tares, sospendendo l’esame del regolamento, perché ci si è resi conto ci sarebbe stato un salasso insopportabile per le famiglie e per le imprese”. “L’amministrazione comunale di Siracusa invece – prosegue Sorbello, che è il delegato nazionale dei Comuni italiani per la famiglia – insiste nella sconsiderata scelta di far pagare per il 2013 la Tares, con aumenti che saranno addirittura in media del 50 per cento circa rispetto alla già esosa Tarsu. E tutto ciò a fronte di un servizio di raccolta dei rifiuti che lascia molto a desiderare”. “Proprio per evitare aumenti assai rilevanti come quelli che si verificherebbero a Siracusa, il parlamento nazionale ha approvato il 30 ottobre scorso una legge per consentire di non applicare la Tares per il 2013, continuando così a far pagare ai cittadini le tariffe previste con la Tarsu. C’è quindi la possibilità concreta, già utilizzata da parecchi Comuni – conclude Salvo Sorbello – di evitare una pesantissima stangata per le famiglie e per le imprese siracusane: faremo la nostra parte con senso di responsabilità e determinazione”.
Al di là di leggi,leggine,decreti,ecc,non possiamo non dire che la realtà politica nazionale,regionale,e locale,viene fatta dai Signori del ” Palazzo ” ,di destra,di centro,e di sinistra,perchè nei fatti da Berlusco
ni,da Monti,fino ad arrivare a Monsignor.Letta,sono tutti d’accordo a fare pagare i controllati economicamente,e i più deboli! Trovo che è scandaloso,anzi osceno,non tenere conto di chi non ha possibilità economiche,presentargli una bolletta aumentata del 200%,nonostante in questo caso l’incostituzionalità della legge! Infatti,l’articolo 53 della Carta Costituzionale,recita: ” Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. ”