Primo effetto della spaccatura fra Pd e Presidente della Regione. Il governo va sotto in aula in una delle leggi importanti per il presidente Crocetta, quella sull’Irsap.
L’Ars ha approvato le modifiche per la governance dell’Irsap, cambiando il volto dell’Istituto, guidato da Alfonso Cicero, nomina fatta dal governatore Rosario Crocetta in piena estate e contestata da maggioranza e opposizione in I commissione. A farne le spese sarà innanzitutto Cicero, espressione di Confindustria, che alla luce della nuova normativa dovrà lasciare l’incarico entro 180 giorni.
La legge, approvata con 41 voti a favore e sette contrari, è stata emendata dal M5S e dal Pd, con gli interventi in aula di Bruno Marziano, presidente della III commissione, e del capogruppo pentastellato Giancarlo Cancelleri.
La norma stabilisce nuovi criteri: l’assessorato alle Attività produttive entro 180 giorni dovrà emanare il bando per l’attribuzione dei seggi alle associazioni del mondo delle imprese in base alla loro rappresentatività.
Il Cda sarà composto da tre membri indicati dalle associazioni di categoria e da due componenti di nomina governativa; il presidente dovra’ essere scelto tra i tre consiglieri che rappresentano le imprese. I revisori dei conti saranno selezionati a sorteggio tra chi avra’ i titoli per farlo.
A consentire la modifica della legge ed a mandare in sofferenza il governo è stato proprio il presidente della III Commissione, il pd Bruno Marziano contro il quale arrivano gli strali di articolo 4: “Quanto accaduto oggi in aula è inaccettabile, si stravolge improvvisamente la legge sull’Irsap – dicono Luca Sammartino, capogruppo e Totò Lentini vice presidente della III Commissione attività produttive dell’Ars -. Si è trattato di un vero e proprio colpo di mano – continuano i deputati di Articolo 4 – visto che a favore di questo emendamento ha votato anche il deputato del Pd Bruno Marziano che da presidente della III Commissione, proprio durante i lavori della Commissione, aveva espresso parere contrario. E’ un problema di coerenza. Non è ammissibile che un deputato voti, sullo stesso argomento, in un modo in commissione, ed in modo opposto in aula, per motivi che nulla hanno a che vedere con il contenuto della stessa legge”.
“Non vorrei – conclude Sammartino – che questa improvvisa inversione di rotta sia frutto delle polemiche fra Presidente della Regione e Partito democratico. Far pesare sui lavori d’aula e sulla qualità delle leggi che il Parlamento approva questioni prettamente politiche è certamente espressione di un modo datato di fare politica”.
“I deputati di articolo 4 in Commissione attività produttive – conclude Lentini – sono pronti a sfiduciare il presidente Marziano in commissione se questa vicenda non sarà chiarita al più presto”.
E Marziano risponde a BlogSicilia confermando quanto sospettato dai deputati di Articolo 4: “Questo voto dimostra che senza il Pd non c’è maggioranza ne governo. Fino a due giorni fa ho difeso il governo in aula come in Commissione approvando un ddl che non condividevo. Ora il Pd ha deciso di dissociarsi dalla maggioranza ed il mio comportamento d’aula è conseguente. I comportamenti politici variano in base all’orientamento del partito che condivido totalmente. Questa non è l’associazione bocciofila ma il Parlamento dei siciliani”.
“Tutti – conclude Marziano – maggioranza, governo, presidente della Regione, devono riflettere su quanto accaduto oggi e trarne le opportune conseguenze. senza il pd, ribadisco, non c’è governo”
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