“La posizione di chi è stato dal primo momento contro la gestione di SAI8 …” Così Frasca oggi su “La Sicilia”. Chi ha seguito le vicende in questi ultimi anni conosce bene gli imbarazzi, gli arditi equilibrismi e le palesi incongruenze del PD locale sull’affidamento e la gestione SAI8. Per cui questo recupero “retroattivo”, da parte di uno dei maggiori sostenitori locali dell’On. Marziano – pur nel tentativo di assumere, immeritatamente, il ruolo di oppositore ante litteram – non può che essere gradito, specie se sincero e non più “strategico”. Più siamo oggi e meglio è. Poca rilevanza hanno le primogeniture, di fronte all’obiettivo: riportare al più presto l’acqua sotto il totale controllo pubblico. E’ vero, Cardaci e i suoi sub-commissari devono andarsene via. Ma è anche vero che Bono deve riprendersi il suo naturale ruolo di Presidente dell’ATO e non mi pare che stia smaniando per questo. Suppongo che, semplicemente, pensi “ma chi ca**o me lo fa fare? con le provinciali vicine?”. Comunque sia, neanche lui ne esce bene da questa brutta faccenda.
Se è vero, come dice nell’articolo il giornalista, che le polemiche “tendono comunque a ristabilire un equilibrio fra la SAI8 e il cittadino utente”, vuol dire che le parole sono una cosa e i fatti, invece, tutt’altra. Non si può trattare continuamente con SAI8, affinchè si comporti “normalmente” con gli utenti. Si è ormai capito che i cosiddetti “disguidi” in bolletta (consumi presunti esorbitanti, conguagli ritardati, categorie contrattuali più onerose, mancata restituzione di quanto indebitamente incassato, assenza di spiegazione nei cosiddetti “ricalcoli”, ritardi ingiustificati nel dare risposta agli utenti, specie se comportanti ridimensionamenti del dovuto e chi più ne ha più ne metta) non possono ancora essere addebitati ad una casuale, quanto impressionante, serie di infortuni amministrativi. E’ da più parti, ormai, che si avanza l’ipotesi di una vera e propria meditata strategia di “raccolta fondi”, probabilmente comunque permessa da un contratto stipulato nelle stesse segrete stanze che hanno consentito, poco prima, quell’incauto affidamento che oggi tutti, ma proprio tutti, si fregiano di condannare. Il cittadino come al solito, e non sempre del tutto immeritatamente, capisce oggi di essere stritolato tra questi ingranaggi dell’ipocrisia, dell’inefficienza, dell’ignavia , dell’incapacità e della mala fede (quando non degenera in altre categorie di competenza del giudice penale), e i suoi referenti, i suoi “eletti”, non sanno come fare per riguadagnare una credibilità ormai irrimediabilmente compromessa.
A Noto si cerca, per l’ennesima volta, di dimostrare una volontà del nostro consiglio comunale e dell’amministrazione, di porre rimedio allo stupro legalizzato che stanno subendo diversi nostri concittadini che non possono diventare carne da macello, solo per la imperdonabile colpa di non avere dato “il giusto” alla “loro” amata SAI8. Dato che i nostri “rappresentanti” si apprestano alla ennesima “recita” a Palazzo Ducezio, lasciamoli a trastullarsi tra accorate dichiarazioni , vibranti minacce e inconcludenti risoluzioni all’unanimità. I cittadini, quelli che a fine mese devono scegliere se pagare l’IMU, la TARSU, L’ENEL o la SAI8, sottoponendosi alle più varie e “legittime” azioni di rivalsa, almeno per questa questione dell’acqua devono convincersi di prendere direttamente in mano l’iniziativa. Denunce all’autorità giudiziaria, alla Procura (oggi finalmente si può), all’ATO per la sistematica violazione della Carta dei Servizi, sono al momento i nostri strumenti. L’altro grande strumento, il voto, lo abbiamo discretamente utilizzato l’ultima volta alle Regionali. Speriamo che i numeri in aula siano sufficienti a realizzare il programma di Crocetta sulla ripubblicizzazione dell’acqua. 15 sono tanti ma non bastano ….
Bisogna smetterla di parlare di privatizzazioni soprattutto in Sicilia,bisogna fare funzionare cìò che è pubblico! E questo vale per l’acqua,la sanità,i rifiuti,la scuola … I politici sono per il ” Mercato ” o per i Cittadini?