“L’istituzione di un registro comunale delle unioni civili è una scelta moderna ed europea, occorre muoversi nella giusta direzione, in linea con le posizioni della maggioranza dei Paesi membri dell’Unione Europea”.
Oggi pur non conoscendo l’entità o la risposta che si possa avere la ritengo una scelta civile come fatto in altre realtà Italiane.
Considero il registro pubblico delle cosiddette coppie di fatto un provvedimento amministrativo che ha il solo fine di garantire più diritti a tutti i conviventi che non hanno ancora contratto il matrimonio civile o religioso o a quelle coppie che non intendono sposarsi.
In Italia, rispetto ad altre democrazie occidentali, il quadro giuridico non garantisce e tutela al meglio i diritti e i doveri tra due persone che stabiliscono un’unione civile diversa dal matrimonio.
Non si tratta di mettere in discussione il matrimonio o la preminenza della famiglia quale cellula primaria e fondamentale della società, così come viene sancito dall’art. 29 della Costituzione, ma regolamentare situazioni di convivenza ad oggi ancora prive di riferimenti giuridici.
Non si può negare, infatti, la diffusione nella nostra società di unioni stabili tra persone che decidono di vivere insieme, siano esse coppie eterosessuali che omosessuali; anche per queste coppie devono esserci delle norme giuridiche e dei provvedimenti, quali il registro delle unioni civili che possa tutelare la parte più debole, far emergere i doveri di ciascuno, stabilire le regole e difendere la dignità della persona”.
Non volendo a tutti costi creare il “turismo” delle coppie di fatto si dovrà introdurre il limite di residenza nel Comune e da un certo numero di anni, perché l’intento è di dare certezze e non fare business con le esigenze delle persone.
La mia idea è di fare un apertura in questo senso e mi sembra alquanto ovvio che ciò avvenga con un dibattito pubblico, nessuna fuga in avanti e nessuna preclusione, oggi le società cambiano, l’immigrazione continua ci da già una multietnicità con notevoli diversificazioni religiose e in un mondo che cambia non si può non discutere di nuove forme di diritti civili.
Daniele Manfredi
Caro Daniele,non posso che apprezzare e condividere l’istituzione del Registro Comunale per le unioni civili,penso che sia una scelta civile,democratica,soprattutto laica,da parte del Comune di Noto,riconoscere i diritti di chi vive insieme ad un’altra persona secondo le proprie convinzioni,quindi le scelte.