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Non ci vuole poi molto ad immaginare gli scenari possibili che ci attendono su questa ormai penosa vicenda della SAI8. A fallimento dichiarato, chi oggi detiene il pallino non se l’è sentita di pervenire subito agli estremi rimedi. Un fallimento “secco” senza il già avviato esercizio provvisorio, avrebbe comportato automaticamente l’immediata decadenza del contratto tra SAI8 e ATO (anch’esso in liquidazione, ma per altri motivi). La conseguenza peggiore sarebbe stata la messa in cassa integrazione dei circa 150 dipendenti di SAI8 e la più o meno giustificata difficoltà di diversi comuni nel riassumere da un giorno all’altro la gestione diretta del servizio idrico integrato. Sullo sfondo la continua minaccia di perdere i famosi finanziamenti europei sull’ammodernamento degli impianti dell’intera provincia.
Ma ricordiamoci, il fallimento, se mai può mantenere un occhio di riguardo per i lavoratori in bilico, ha come fondamentale obiettivo quello di garantire l’interesse dei creditori ammessi al passivo, costituiti da fornitori, prestatori d’opera e di servizi, banche, enti previdenziali e il fisco. E poiché la partecipazione alla procedura fallimentare costituisce l’ultima speranza per un possibile recupero dei propri crediti, la dichiarazione di fallimento inevitabilmente peggiora la situazione debitoria del fallito, oltre i già pesantissimi 74 milioni di euro fino ad ora annunciati. Si accodano, pena la loro definitiva esclusione, tutti i creditori, anche quelli che fino a quel momento non avevano ancora formalizzato le proprie richieste oltre il decreto ingiuntivo e che magari si erano limitati ad una diffida.
Tutti in fila, accomunati dal grido di “recupera chi può”, ma con diversi gradi di priorità stabiliti dalla legge. Peggio di tutti i cosiddetti creditori “chirografari”, come i fornitori, i prestatori d’opera e di servizi, le banche. Meglio di tutti gli stessi liquidatori, il fisco, gli enti previdenziali. E’ utile segnalare che tra i crediti straprivilegiati, si collocano quelli generati dall’attuale esercizio provvisorio (stipendi del personale, fornitori di energia elettrica e di carburanti, ditte esterne per manutenzioni e altri servizi, fornitori di materiali di consumo, ecc.). Ed è anche utile segnalare che tale esercizio provvisorio può rivelarsi a diretto danno dell’ATO, in quanto principale (se non unico) committente dell’attività di SAI8, qualora dovesse ulteriormente aumentare l’ammontare dell’attuale debito contributivo, essendo solidali in tale settore SAI8 e ATO.
Ma torniamo all’oggi. Questo esercizio provvisorio, per avere motivo di esistere, deve necessariamente comportare degli utili che derivano fondamentalmente dal pagamento delle nostre bollette da utenti. Ed è per questo che i liquidatori hanno subito iniziato con la campagna mediatica di “sensibilizzazione” che presto potrebbe assumere connotati più intimidatori nei confronti dei cattivi utenti morosi, le cui fila si sono nel frattempo ingrossate a causa di tutte queste notizie su fallimenti e revoche di contratto.
Ma i creditori, quelli veri che devono far tornare i loro conti, come l’ENEL che pare primeggi su tutti con la stratosferica cifra di 15 milioni di credito, non possono tollerare ulteriori beneficenze e tanto meno allegre gestioni. Per cui o utili subito o fine dell’esercizio provvisorio, senza neanche aspettare la scadenza della verifica del prossimo 5 marzo.
Piano B? Prima di tutto l’affitto della struttura amministrativa e operativa di SAI8. Basterebbe trovare qualcuno (il famoso “terzo”, di renatiana memoria) disponibile ad accollarsi per intero il costo di gestione e corrispondere anche un solo euro ai liquidatori come canone. Chi potrebbe essere? L’ATO, dati gli interessi diretti a che il servizio continui ad essere garantito in qualche modo così comè. Oppure direttamente la stessa SACCECAV, se non altro per non “mollare la presa” in attesa di improbabili ricapovolgimenti di fronte. Oppure un altro “terzo”, chissà.
Per il possibile piano C, vi faremo sapere.
Precisino
Personalmente, nonostante tutto, spero che il sindaco Bonfanti trovi una soluzione giuridico amministrativa per riportare l’acqua nelle mani del comune di Noto.
Riportiamo il comunicato stampa, datato 09.12.2013, tratto da http://www.sai8.it
“Nel corso dell’incontro tenutosi in data odierna presso il Tribunale di Siracusa, la Curatela del Fallimento Sai8 S.p.A. e il Consorzio Ato hanno concordato le condizioni di massima affinché il Servizio Idrico Integrato possa seguitare ad essere garantito, se del caso con il necessario sostegno anche economico-finanziario degli Enti Pubblici Territoriali.
Il presupposto imprescindibile per la prosecuzione del servizio è stato individuato nel perseguimento del pareggio di bilancio e nella salvaguardia totale della copertura finanziaria dei costi.
La Procedura Fallimentare in esercizio provvisorio d’impresa e l’ATO intendono, pertanto, sensibilizzare al massimo grado l’utenza, sulla assoluta necessità che tutti gli intestatari di contratti di fornitura idrica, nessuno escluso, paghino regolarmente le bollette e regolarizzino, con la massima sollecitudine, le morosità pregresse, per non esporsi a repentini distacchi e ad aggravio di esborsi.
Detta necessità di pagamenti regolari e di rapido rientro dalle morosità non potrà ammettere deroghe.
Ciò, sia in considerazione della evidente situazione di emergenza, sia in considerazione del fatto che la massa dei creditori fallimentari non può essere in alcun modo economicamente onerata dell’erogazione del pubblico servizio.
La Curatela Fallimentare, pertanto, avvisa l’utenza che sarà costretta, suo malgrado, a sospendere immediatamente la fornitura qualora entro il 31/12/2013 i soggetti morosi non aderiscano ad un piano di rientro dello scaduto spalmato in non oltre 12 mesi, provvedendo contestualmente al regolare pagamento delle bollette correnti.
Si fa appello, quindi, al senso di responsabilità di tutti e dell’utenza in particolare affinché il servizio di approvvigionamento idrico possa essere concretamente salvaguardato, senza che i creditori, i fornitori e i lavoratori della fallita Sai8 abbiano a subire ulteriori pregiudizi.”
Fin qui il comunicato della curatela di SAI8. E’ utile rammentare agli utenti le modalità con cui SAI8 può recuperare i propri crediti:
1) invio di un primo sollecito di pagamento sulla bolletta successiva a quella di cui non si è avuto il pagamento;
2) invio di una lettera di sollecito non prima di 6 mesi dall’emissione della fattura non pagata;
3) invio di una lettera di diffida, non prima di 7 mesi dall’emissione della fattura non pagata;
4) invio del “preavviso di distacco”, in caso di persistente mancato pagamento, dopo un mese dalla diffida del legale (siamo quindi a non meno di 8 mesi dall’emissione della fattura non pagata);
5) interruzione della fornitura, decorsi inutilmente 15 giorni dal ricevimento del “preavviso di distacco” (e siamo ad almeno 8 mesi e mezzo dall’emissione della fattura non pagata;
6) inizio delle azioni legali per il recupero di quanto dovuto.
Non si capisce come si concili questa procedura – già pesante, ma comunque l’unica ammessa dal contratto – con la non tanto velata minaccia indirizzata agli utenti morosi, contenuta nel comunicato e in altre comunicazioni fatte recentemente sui media, che accomuna, senza alcuna distinzione, la morosità vecchia di almeno 8 mesi da quella anche di qualche giorno, in quanto tutte indistintamente esposte “a repentini distacchi e ad aggravio di esborsi”.
Un buon rapporto con gli utenti si sfascia anche così.
L’assessore regionale all’Energia, Marino: ” Hanno fatto bene alcuni sindaci a non consegnare gli impianti. Non esistevano all’origine i presupposti per affidare il servizio”.
” Su Sai 8 la magistratura è arrivata quando il danno era stato già commesso, nel silenzio della classe politica”. Lo ha detto ieri sera l’assessore regionale all’Energia Niccolò Marino, nel corso di un convegno organizzato dal Rotary di Siracusa. Marino riferendosi alla sentenza che ha decretato il fallimento della società con un buco di oltre 74 milioni di euro, ha detto che “non esistevano i presupposti per l’affidamento originario del servizio e neanche per il suo prosieguo”. “L’intervento della Procura di Siracusa è stato il punto di arrivo di una situazione divenuta insostenibile in cui si accumulavano debiti per anni, senza avere un piano di riparto e dove sono state accertate consulenze varie per oltre 2 milioni di euro. Inevitabile che in queste condizioni si arrivava al fallimento. E così è stato. Ritengo che per la prima volta in Italia un commissario abbia svolto un controllo accurato e puntuale dei conti in un azienda in palese dissesto, mettendo fine ad una gestione già viziata al momento dell’affidamento dell’appalto”.
Suonano quasi come una minaccia, una intidimidazione. “Ma noi siamo del tutto refrattari ad atti fi questo tipo”, fanno sapere i tre curatori fallimentari di Sai 8. La notte scorsa, ignoti hanno danneggiato delel strutture aziendali.”E l’unico risultato che gesti di questo tipo producono è rendere ancor più difficile il compito di recupero dal pesantissimo deficit riscontrato nella fallita Sai 8, compito a salvaguardia del servizio e dei livelli occupazionali”, spiegano all’unisono Giovanni La Croce, Luigi Amerigo Bottai e Girolamo Venturella. “Simili danneggiamenti si trasformano in un rischio immediato per la gestione attiva del servizio e in un danno diretto per le diverse categorie a vario titolo coinvolte nella stessa gestione”, spiega una nota inviata alle redazioni e che si chiude con un appello: “al senso di responsabilità dei fruitori del servizio idrico, cui la Curatela ribadisce l’impellenza di denunciare gli autori dei reati e l’urgenza di provvedere al pagamento delle bollette e al ripianamento dell’arretrato”.
Intanto, decisa la chiusura delle sedi provinciali di Sai 8 ad Augusta, Lentini, Buccheri, Priolo, Noto, Pachino e Solarino. A motivare la scelta, l’obbligo “di ridurre i costi non indispensabili”. Da lunedì, quindi, porte chiuse. Per la presentazione delle istanze, per i pagamenti e la richiesta di informazioni rimarrà operativa la sede centrale di Siracusa, in viale Santa Panagia. Dal lunedì al giovedì, sportelli aperti al pubblico dalle 8.45 alle 12.45 e dalle 14.30 alle 16.30. Il venerdì dalle 8.45 alle 12.45. Per ulteriori informazioni, 0931.481311 o il numero verde 800.050607.