La questione degli Intellettuali,abbozzo di una riflessione,è il titolo di un saggio di Maurice Blanchot,stampato in Francia nel 1984 e poi riproposto nel 1996,pubblicato per la prima volta in Italia,nel 2011,da Mimesis /Volti,tradotto e curato da Marco G. Ciaurro,traduzione dedicata al maestro e filosofo A.Giorgio Gargani.
Un importante e breve saggio di Blanchot,con una introduzione molto argomentata,ricca di riferimenti e di note da parte del traduttore e curatore,che attraverso una serie di scrittori e di filosofi,come ad esempio,Sartre,Barres, Nietzsche,Foucault,Lyotard, Bataille,Kafka,Lautreamont, e altri,affronta il problema della responsabilità degli Intellettuali,di quel dovuto impegno degli scrittori nei confronti della letteratura,di una letteratura che non puà essere separata sia dall’Etica che dall’Estetica.
Per Blanchot,l’Intellettuale deve soprattutto ignorare la fama e la gloria,deve essere un ricercatore creativo,autorevole,deve avere una vocazione per la letteratura,e quella dovuta etica per lo scrivere,per rinnovare il linguaggio, per trasmettere nuove forme di sensibilità,nuovi concetti,nuova esistenza,deve prendere posizioni pubbliche su argomenti che riguardano la libertà,la giustizia,l’individualità,la singolarità della persona.
Secondo la Storia,l’atto ufficiale di nascita dell’Intellettuale,viene registrato in Francia,con l’affare Dreyfus,in cui un gruppo di scrittori come ad esempio,Zola,Hugo,Lamartine,e altri artisti,scienziati,ecc, pubblicarono un Manifesto degli Intellettuali,in cui fu chiesta la revisione del processo Dreyfus,che per vari motivi lo consideravano ingiusto e truccato,successivamente saranno altri Intellettuali a continuare a impegnarsi contro la guerra di Spagna,la Resistenza,l’Antifascismo,la guerra d’Algeria,fautori de il Manifesto dei 121,a fianco dell’indipendenza dell’Algeria,e contro il colonialismo della Francia,invitando i francesi a disertare la guerra.
Negli anni cinquanta / sessanta,Blanchot,insieme ad altri scrittori europei,fu l’ispiratore di un ambizioso progetto letterario,che prese il nome di “ Progetto Gulliver “ , un Progetto per una Rivista letteraria,che voleva rinnovare e cambiare la cultura internazionale,soprattutto quella europea,ma dopo cinque anni di incontri,scambi di lettere,di dibattiti tra i vari gruppi di scrittori francesi,tedeschi e italiani,il “ Progetto Gulliver “ , si arenò,rimanendo sulla carta. Oltre a Blanchot,per i francesi ne faceva parte Sartre,Barthes,Bataille,per i tedeschi,Hans Magnus Enzensberger,Uwe Jhonson,Gunter Grass,Martin Walser,mentre per gli italiani,Vittorini,Pasolini, Calvino,Mila,Leonetti,e altri. Maurice Blancot è stato uno scrittore,un critico letterario,un filosofo,un Intellettuale tra varie correnti letterarie e filosofiche come il surrealismo,l’esistenzialismo e il misticismo,ricercando sempre nel campo dell’immaginazione,provando sempre a distruggere il concetto tradizionale di letteratura,facendo risuonare la lingua al di là del soggetto,creando valori universali,scrivendo molte opere sia di letteratura che di filosofia,soprattutto saggi su Kafka,Rilke,Michaux,Beckett, Louis – Renè des Foretis, Mallarmè,Sade,Musil,Benjamin, Lautreamont,Olderlin, Nietzsche,Foucault, Bataille,Celan.
Nonostante fosse uno scrittore appartato e schivo, partecipò attivamente alle rivolte studentesche del 68.
Ci piace ricordare uno dei suoi Aforismi,che negli ultimi tempi della sua vita fu lo stile che adotto nello scrivere: “ La letteratura,allora,non è un semplice inganno,ma “ il potere di andare verso ciò che esiste passando attraverso l’infinita molteplicità dell’immaginario.”
Catania,19 Ottobre 2014 Roberto Bellassai
Molte volte si rimane perplessi tuttavia siamo di fronte ad un modo che cambia,non sappiamo se in meglio o in peggio, i partiti non hanno un ruolo ma secondo lo schema Berlusconi ormai imperante, l’immagine la da il leader.
Berlusconi identifica un “grande partito”;
Grillo identifica un “grande movimento” anch’esso nominale;
lo stesso dicasi per Vendola di SEL e via discorrendo andando verso i piccoli, Salvini,Casini Alfano, la Meloni e via discorrendo così anche con il sindacato vedi Camusso, Landini,Bonanni e tanti altri.
Oggi conviene sparare su Renzi perché è molto semplice è il bersaglio grosso, così come su quell’incapace di Crocetta, e dico incapace perché lo ha dimostrato, pur di salvare la sedia fa fuori chiunque.
Le lamentele e gli scatti di orgoglio hanno un tempo, c’è un tempo per ogni cosa, un tempo per protestare, un tempo per amministrare ed un tempo per dimettersi.
Tante volte quando non si rispettano i tempi ciò che si fa perde di interesse e di credibilità, viene da sorridere quando RENZI sembrava il salvatore della patria ed oggi sembra il peggior nemico, si cambia non appena i conti non tornano.