Da questo documento programmatico del 2009, nasce Notolibera come soggetto politico FONDANTE di “Progetto Noto”.
Oggi rivendico con forza la potenza ideale di quel percorso e con altrettanto rammarico l’ennesima occasione perduta per la città.
“Cari amici,
16 mesi sono trascorsi dalla nascita di “Notolibera”, certamente un tempo molto breve per sperare di poter già assaporare qualche frutto del faticoso e difficile percorso di cittadinanza attiva, dell’impegno ad offrire il proprio contributo di passione civile alla città, del localismo europeo che è riuscito a mettere insieme persone dalle esperienze civili, sociali e politiche diverse, unite dal felice pensiero di dare un apporto fattivo e disinteressato alla comunità cittadina.
Tuttavia è già possibile affermare che, nonostante il breve arco temporale trascorso e le difficili condizioni ambientali cittadine, l’Associazione è riuscita, attraverso una costante e puntuale informazione data alla cittadinanza con il giornale e il sito internet, a raggiungere un primo obiettivo di riconoscibilità cioè a essere considerata come gruppo di persone libere da condizionamenti ideologici, disponibili al dialogo e all’ascolto delle esigenze della comunità e, soprattutto, di essere capace non solo di far sentire la propria voce critica ma di elaborare proposte e soluzioni praticabili.
Capitalizzato questo primo risultato è necessario e opportuno focalizzare con chiarezza il prossimo obiettivo di medio termine, individuando tempi, strategie e risorse umane e strumentali del “work in progress” del progetto di partecipazione attiva intrapreso da Notolibera.
Il mio personale “Kairos” cioè la visione del tempo giusto che si concilia nell’efficace azione per la propria città espressa in tanti scritti e il ruolo di presidente di questa associazione mi spingono ad affermare che per i cittadini di professione di Notolibera è arrivato ineluttabilmente il momento di confrontarsi in modo esplicito e chiaro con la situazione di questa città, nella quale viviamo, lavoriamo e che, nonostante tutto, amiamo.
Che ci sia un legame tra i temi di cui ci occupiamo quotidianamente e lo stato della politica nella città è fuor di dubbio, così come è altrettanto chiaro a tutti noi che a Noto si viva una crisi morale, culturale ed economica senza precedenti che gli attuali politicanti non solo sono inadeguati a fronteggiare ma, scientemente, non mostrano alcun interesse a farlo.
Noto, purtroppo, non è più una città normale, la nostra comunità è ormai, come si dice, alla frutta.
Già, che bella parola “comunità”!!!
Ogni volta che la pronuncio penso ad un popolo vivo, inquieto, pulsante, pronto si allo scontro ma con una storia condivisa da tramandare, con ideali e progetti comuni da perseguire, quasi una estensione della famiglia.
Da tempo abbiamo perduto la dimensione economica che ci aveva reso ricchi e illustri, le campagne abbandonate, il turismo che non decolla ma, quel che è peggio, stentiamo sempre più a distinguere chi siamo, da dove veniamo e, soprattutto, dove vogliamo andare.
La composizione sociale della comunità è smagliata, sdrucita, sfaldata.
Per carità di patria accenno appena al folto gruppo dei “caminanti” che stanno divorando, nel silenzio e nella paura generale, l’ultima residua speranza di uno sviluppo urbanisticamente adeguato della città, alle periferie sempre più al limite del disagio esistenziale, alla nostra borghesia medio-alta concentrata nel mantenere il proprio status e, sempre più spesso, incline all’affarismo e a larghe fasce della popolazione che avvertono il senso dello sfinimento e della rassegnazione.
Questa inarrestabile deriva socio-economica, un buco nero che inesorabilmente sta inghiottendo la coscienza collettiva cittadina, accorcia velocemente la distanza verso un bivio che coscientemente non possiamo più assolutamente bypassare né tantomeno sperare di rimandare.
Un primo sentiero, per certi versi agevole e anche abbastanza comodo da percorrere, dove l’impegno assunto insieme, lo scrivere, il criticare, il proporre, può e deve essere l’unica forma possibile dell’agire politico ed aspettare, sostanzialmente in una inerzia vigile, che il lavoro di informazione, consultazione e partecipazione dia i frutti sperati.
Insomma la “teoria del pungolo”: i movimenti, le associazioni, la Cittadinanza non possono essere soggetti politici permanenti, devono essere solo pungolo provvisorio.
La Cittadinanza scuote l’albero, i partiti ne raccolgono i frutti che inseminati non saranno più avvelenati.
Purtroppo i fatti italiani e locali ci dimostrano che la “teoria del pungolo” è un pio desiderio, i partiti raccolgono i frutti della Cittadinanza ma ne rifiutano pervicacemente ogni innesto di idee, valori e pratiche.
L’altro strada, tentare cioè la soluzione di una equazione ritenuta impossibile, quasi un’impresa da medaglia Fields della matematica, l’esercitare “immaginazione democratica” lavorando per dare “peso” alla debolezza strutturale della spontaneità della Cittadinanza, uno stretto sentiero, impervio, periglioso, faticoso ma che ritengo personalmente, e come me – sono sicuro – tanti soci, l’unico veramente percorribile in questo particolare momento storico della città.
Certo prima di teorizzare e pianificare questo cammino è necessario ridefinire le nostre personalissime colonne d’Ercole, che cosa significa essere indipendenti, indipendenti ma non neutrali o indifferenti, così come fondamentale appare il determinare un sentimento comune generale e particolare.
Siamo indipendenti dalle organizzazioni partitiche perché riteniamo di estrema drammatica attualità le parole di Enrico Berlinguer, in special modo per la nostra città:
“I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile, zero.
Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune.
La loro stessa struttura organizzativa si è ormai conformata su questo modello, e non sono più organizzatori del popolo, formazioni che ne promuovono la maturazione civile e l’iniziativa: sono piuttosto federazioni di correnti, di camarille, ciascuna con un “boss” e dei “sotto-boss”.
I partiti hanno occupato lo Stato e tutte le sue istituzioni, a partire dal governo. Hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la Rai TV, alcuni grandi giornali. E il risultato è drammatico.
Tutte le “operazioni” che le diverse istituzioni e i loro attuali dirigenti sono chiamati a compiere vengono viste prevalentemente in funzione dell’interesse del partito o della corrente o del clan cui si deve la carica. Un credito bancario viene concesso se è utile a questo fine, se procura vantaggi e rapporti di clientela; un’autorizzazione amministrativa viene data, un appalto viene aggiudicato, una cattedra viene assegnata, un’attrezzatura di laboratorio viene finanziata, se i beneficiari fanno atto di fedeltà al partito che procura quei vantaggi, anche quando si tratta soltanto di riconoscimenti dovuti.”
Né neutrali, né indifferenti perché siamo contro le obbedienze identitarie e ideologiche, contro i privilegi corporativi, siamo contro una casta di comando controllata dalle segreterie nazionali, regionali e provinciali, siamo invece per la legalità come strumento di eguaglianza anche sociale che costringe l’establishement a non prevaricare, siamo per l’analisi dei problemi del proprio territorio, siamo per l’individuazione delle soluzioni concrete più opportune e degli uomini più capaci per raggiungere obiettivi condivisi, valorizzando intelligenze e competenze troppo spesso escluse.
Abbiamo un sentimento comune generale e particolare, la certezza dello sfascio generato e perpetrato da questa amministrazione comunale, dal sindaco Valvo e dagli uomini che la compongono.
In tutto ciò dobbiamo essere consapevoli che puerile sarebbe “l’aspettare Godot” dell’autoriforma dei partiti, di quegli stessi uomini che compongono la consorteria affaristica, familistica e clientelare che hanno trascinato la città nell’eclissi della democrazia.
Sappiamo perfettamente che i dirigenti dei partiti capiscono solo la perdita del potere, il venire meno del monopolio della rappresentanza sul “proprio” elettorato, paradossalmente vincere o perdere le elezioni rappresenta una fase dell’immutabile corso e ricorso del potere politico.
L’unico linguaggio che può spingerli al cambiamento è il timore di perdere una quota della loro rappresentanza politica ed allora non ci resta altro da fare che rendere attuale, incombente, operativo il loro più oscuro timore, organizzare cioè la minaccia corrispondente, di organizzarla fino all’ipotesi di una lista cittadina alternativa.
E’ necessario in primo luogo utilizzare il patrimonio di credibilità fin qui capitalizzato per appropriarci del ruolo, che in definitiva già ci viene riconosciuto, di mediazione fra tutte le forze cittadine, sociali, economiche e politiche e, in secondo luogo, puntare ad avere rappresentanti nell’istituzione consiliare comunale e nell’amministrazione attiva, sostenendo qualcuno che rappresenti i valori della Cittadinanza, qualcuno che lo faccia “a tempo determinato” utile ad agevolare la prassi fondante associativa.
Mi fermo qui, lasciando volutamente monca di conclusioni preconfezionate questa relazione, perché desidero lasciare spazio al dibattito, alle proposte, agli aggiustamenti di Voi tutti.
Un caro saluto
Carmelo Filingeri”
Nel 2011 muore Notolibera – Democrazia e Partecipazione e con essa muore “Progetto Noto”.
Carissimo Carmelo,leggo dalle pagine del tuo blog un articolo storico di Notolibera anno 2009….
prima della “SALITA IN CAMPO”definizione per eccellenza data dal tuo amico di allora Terranova
che suonava male alle mie orecchie e sorridevo, pensando che solitamente si dice “discesa in campo”;
oggi ritengo che quella piccola dicitura
racchiudeva gia’ quanto sarebbe accaduto successivamente….
in termini piu’ chiari ed espliciti ,voleva dire “arrampicata politica”
proprio vero….le parole ,spesso contengono significati più intrinseci!!!!!!…..
Tornando al tuo articolo e rileggendo, mi tornano in mente i tanti incontri
e le speranze che qualcosa forse si poteva mettere in atto per la nostra citta’.
Percorsi lenti, nessuno si era illuso di un cambiamento repentino………….
fare cittadinanza attiva ….,che tu stesso definisci un sentiero stretto e periglioso ,
ma l’ unico percorribile,
per tentare di fare rivivere la democrazia completamente compromessa……
per cercare di coinvolgere e scuotere questa sonnacchiosa citta’.
Questo era ieri !
Oggi scrivi che nel 2011 Notolibera muore e reclami la paternità di quanto avevi teorizzato……..
La tua analisi passata, manca di alcuni passaggi fondamentali, per fare chiarezza definitivamente
su quanto accaduto..
Sei uscito da Notolibera dando le dimissioni, nonostante molti ti avevamo chiesto di non farlo,
in virtu’ di quella consapevolezza iniziale ,che cambiare le persone e il sistema richiedeva tempo
e disillusioni……ma …siamo adulti e quindi consapevoli del percorso che ci attendeva..
Perche’ non dire che Notolibera proprio per quella fregola
di partecipare alla competizione elettorale
sponsorizzando Corrado Bonfanti e quella cordata politica
ha commesso il suo piu’ grosso errore?
Perche’ non dire che al momento della composizione della lista
chi si occupo’ di fare questo ha fatto entrare nel movimento gente che con Noto libera non aveva nulla da spartire
alias Burgaretta e Campisi.?…..
Perche’ non dire(motivazione ancora ignota ai piu’)che tu non hai voluto che Terranova
si candidasse e che da te era gia’ designato ad Assessore del Movimento?
Tutti ci siamo fidati delle tue
scelte e ti abbiamo dato ampio spazio credendo nella tua onesta intellettuale e nelle tue capacita’
mai messe in discussione…….
A un occhio piu’ attento e facendo un’ anamnesi della situazione, quella operazione ha segnato
e compromesso tutto il lavoro fatto sino ad allora…….
Notolibera non avrebbe dovuto partecipare alle elezioni !
o almeno non con quegli uomini!
Ricordo ancora quella riunione a casa mia
in cui ci comunicaste l’intenzione….e.. ricordo ancora, le grandi perplessità da parte di alcuni di noi,
ci siamo affidati e fidati di chi pensavamo avesse piu’ fiuto ed esperienza in questi argomenti.
Credimi… rimango senza parole……..il fuoco amico sinceramente non lo capisco…..
a che… e a chi giova tutto questo?
Ti devo smentire….Notolibera non e’ morta!
..perche’ sino a quando ci saranno persone di buona volonta’
che si incontrano e analizzano quanto accade nella nostra realta’ e non hanno timore di dire
quello che pensano non si e’ morti,Notolibera non ha
tradito quelli che erano i dettami di partenza…a costo di uscire da quella maggioranza……..
Certo non possiamo piu’ incidere……ma eravamo incisivi?
i rappresentanti scelti, hanno mai portato avanti le idee del Movimento?
Quando lo hanno fatto perche’ costretti… QUANTA FATICA!!!!
Oggi tu non puoi dire che reclami ,perche’ nessuno ti ha levato nulla………sei andato via sbattendo la porta
con tanto di articoli sulla stampa!
Il grande limite della societa’ netina sono le divisioni…..e i limiti se individuati vanno superati,se vogliamo spenderci
per questa citta’ con i fatti e non solo a parole.
Alla luce di quanto detto sopra ,ancora una volta ti dico che sarebbe giusto e costruttivo
un atto di buona volonta’ da parte di tutti ,tuo per primo
a ritornare sulla strada maestra ……ammettendo errori e limiti……..
Questa Notolibera che tu dici morta, ha avuto un ruolo importante
nella mancata realizzazione della lottizzazione Eloro……ha avuto il coraggio di dire che progetto Noto non esiste
e che non e’ mai partito… “UN BAMBINO MAI NATO” mi piace riportare la definizione di un ex di Notolibera ,che rende molto bene il senso.
Questo Sindaco ……non ha mantenuto le promesse elettorali P.R.G prima di tutti!
Abbiamo denunciato la mancanza di progettualita’ ….abbiamo detto come la pensiamo su quei progetti non chiari
(bike shering…strisce blu’ ..acqua..,ospedale …rifacimento
Porta Nazionale, Eloro….Stallaini…….lottizzazione Bovemarina…. abusivismo….distruzione sito archeologico c/da Astrico
ci siamo espressi anche su l’ ultima rendicondazione del Sindaco..ecc.ecc.
Piuttosto che decantare della morte di Notolibera
perche’ non dici su l’ultimo consiglio a proposito delle zone agricole ….dove si e’ consentito di votare a consiglieri
raggiunti da denunce per abusivismo …….
perche’ a questo punto non parli della mancanza di legalita’ in seno al consiglio o
dove almeno tre consiglieri hanno avuto denunce?
Perche’ non parli dell’ accorpamento dei due settori urbanIstica e lavori pubblici nelle mani di un unico dirigente….
e del Sindaco che si e’ tenuto l’ assessorato tutto per se e sarebbe indice di trasparenza spiegare il perchè ?
Perche’ non parli di come sono compromessi tutti i consiglieri maggioranza e opposizione
tutti intenti a difendere gli interessi di bottega stuzzicati a piacimento per queste loro sensibilità(o debolezze) dal primo cittadino?
Un caro e leale saluto
Rosa Bologna
In un partito 1=1 può non valere quando quell’1 rappresenta un capobastone di zona. Ma qui si parla di un movimento locale in cui sicuramente 1=1.
Allora, se non mi sono perso qualcosa, mi chiedo molto banalmente com’era la situazione dei numeri pro e contro Filingeri quando ha deciso di uscire. E, cosa più interessante, da che parte (nei fatti concreti e non nelle dichiarazioni) si trovava l’attuale presidente che oggi si dissocia così chiaramente da quelli che allora si trovarono a dettare le regole in forza della loro affascinante posizione nel governo della città e che avevano preso Notolibera solo come un treno su cui salire e scendere a piacimento?
Sugli errori di valutazione di Filingeri e i suoi errori post-elettorali poi possiamo un’altra discussione. Ma solo per dovere di cronaca. E’ molto più rilevante spiegare l’assordante silenzio del movimento, almeno di quello che rimaneva, dopo il colpo di stato della “banda dei 4” .