Il video integrale della riunione della IV commissione Ambiente e Territorio dell’Ars.
Il deputato Vinciullo ha presentato un disegno di legge per consentire la gestione diretta ai comuni che avevano consegnato gli impianti idrici.
Con grande coraggio e disponibilità il Sindaco Bonfanti ha messo l’aspecon a disposizione per la gestione provvisoria dell’acqua in provincia.
Bravo Corrado.
Carmelo Filingeri
È nuovamente scontro tra Sai8 da una parte e Consorzio Ato idrico e Comuni dall’altra. Ieri i curatori fallimentari della società che gestisce il servizio idrico integrato – Giovanni La Croce, Luigi Amerigo Bottai e Girolamo Venturella – hanno lanciato una dura offensiva dopo la mancata presa in consegna del depuratore da parte del Comune di Lentini.
”Non c’era nessuno – ha esordito La Croce – eppure li avevamo avvisati il 9 gennaio ricevendo come unica risposta ”non è un problema nostro”. Questo è il punto intermedio di una serie di iniziative intraprese: con quell’impianto di depurazione si perde il 50% del costo su Lentini e Carlentini, quindi da 240 mila a 300 mila euro l’anno, e inoltre Carlentini non paga e dunque è inadempiente”. Sortino è invece un impianto più piccolo, da cui si perdono 10 mila euro al mese ma la Sai8 sta negoziando l’adeguamento del canone.
Ma il problema è molto più ampio: i Comuni hanno lottato e chiesto più volte la restituzione degli impianti ma non avrebbero fatto passo avanti per riceverli. Da qui lo scontro, anche nei confronti del liquidatore dell’Ato Ferdinando Buceti. ”Un atteggiamento contraddittorio e irresponsabile – ha proseguito il curatore -. Stimavo Buceti fino a Natale e avevamo intavolato un discorso serio. Sono per la gestione pubblica dell’acqua, ma ciò vuol dire supportare i costi con la municipalizzata che non può spendere di meno per gestire la risorsa idrica. Eppure il Consorzio ha escusso i 3 milioni di euro della fidejussione, secondo noi abusivamente, che potrebbe essere utilizzata per avviare la nuova società”.
Tra sei mesi, infatti, la Sai8 non avrà più risorse finanziarie e, se domani la gestione dovesse passare in mano pubblica, prima che i Comuni incassino 1 euro passeranno almeno tra i 6 e i 9 mesi. Inoltre l’eredità di Sogeas ha fatto sì che si spendano più di 8,5 milioni di euro l’anno per l’energia elettrica perdendo circa metà dell’acqua pompata. E questo a causa di impianti inefficienti che comporta spese folli nella manutenzione e una totale assenza di progettualità.
Nel frattempo, nonostante tutto, sembra ci siano due tiepidi interessi di potenziali acquisitori della società, che lo farebbero senza debiti ma anche senza alcuna certezza sulla validità della concessione. ”In questo caso – ha concluso La Croce – serve la rinuncia ai ricorsi al Tribunale amministrativo da parte dei Comuni e dell’Ato e la certezza legata al guadagno. Se non rinunciano, possono prendersi gli impianti. Stiamo creando un danno immenso ai cittadini e per questo gliene chiederemo conto, intanto non ci resta che angariare l’utente con le bollette ma sappiano che i nostri uffici sono aperti per valutare ogni situazione”. Basti pensare che in tutta la provincia di Siracusa ci sono 49 mila utenti morosi, i primi 500 rappresentano 3,5 milioni di euro di crediti.
Immediato il contrattacco di Buceti: “Sono osservazioni gratuite – replica oggi il liquidatore, raggiunto telefonicamente – fino a ieri siamo stati ascoltati dalla IV commissione Ars e abbiamo raggiunto un accordo (una norma transitoria che consenta ai Comuni di gestire il servizio, ndr) e stiamo andando avanti con l’urgenza che i tempi richiedono. Mi avevano chiesto aiuto e ho detto che potevamo prestare 400 mila euro, ma i tre milioni di euro non si toccano perchè sono dei Comuni. Tutto il resto sono chiacchiere, stanno facendo un gioco che non mi piace e, anzi, aspetto ancora una loro chiamata”.
Una norma transitoria, nelle more che venga approvata la riforma della gestione del servizio idrico regionale, consentirà ai comuni della provincia di Siracusa che hanno consegnato gli impianti alla “Sai 8″ , oggi fallita, di gestire direttamente, in forma singola o associata, il servizio. Lo prevede un disegno di legge presentato dal deputato regionale Enzo Vinciullo. Se n’è parlato ieri a Palermo, in commissione Territorio e Ambiente. I primi cittadini hanno incontrato l’assessore regionale all’Energia, Giosuè Marino e il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, alla presenza di quasi tutti i parlamentari regionali siracusani. L’idea di massima sarebbe quella di creare diversi consorzi tra Comuni, a seconda delle caratteristiche idrogeologiche delle singole porzioni del territorio. Un’altra idea emersa sarebbe quella di utilizzare la società “in house” già esistente a Noto. La zona montana, invece, avrebbe la possibilità di curare direttamente la gestione del servizio, inclusa la depurazione. Ipotesi, al momento. Marino avrebbe, comunque, chiesto ai primi cittadini di redigere un piano di massima, che dovrebbe essere abbozzato entro venerdi, quando si dovrebbe ridiscutere la questione. Il disegno di legge prevede anche la salvaguardia dei livelli occupazionali, aspetto su cui , secondo indiscrezioni, si sarebbe registrato un certo nervosismo. I sindaci avrebbero riconosciuto la necessità di salvaguardare i posti di lavoro dei dipendenti di “Sai 8″ e Sogeas. Occorre, però, affrontare una serie di aspetti, legati non solo alle possibilità finanziarie degli enti, ma anche ai problemi giuridici che si porrebbero. Intanto restano tesi i rapporti tra i sindaci e la curatela fallimentare di Sai 8, che ieri ha attaccato i primi cittadini ed il consorzio Ato idrico, accusandoli di tenere “un atteggiamento contraddittorio, abusivo, irresponsabile e velleitario”