Il consumo con spreco di suolo si diffonde sempre più e, di contro, la risposta di programmazione urbanistica del comuni siciliani continua a essere inadeguata.
Dopo avere consumato il territorio costiero con lottizzazioni abusive a volte senza possibilità di condono, si continua con una gestione dei piani che si ferma ai Piani Regolatori Generali (PRG), con gestazione decennale delle rielaborazioni e senza provvedere ai piani particolareggiati né dei centri storici, né delle periferie urbane.
Si rinuncia, cosi, a ogni governo dell’esistente ampiamente sovradimensionato, che richiederebbe invece un sostanzioso recupero statico per adeguamento antisismico e ristrutturazione energetica per la necessaria sostenibilità delle fonti di energia.
In questi interventi di recupero/ristrutturazione dell’esistente inadeguato alle condizioni abitative e qualitative attuali, troverebbe posto una grande quantità di lavoro per i progettisti di edilizia e architettura.
Si offrirebbe loro la possibilità di recuperare l’”Onore Perduto” come dice l’architetta italiana Maria Giuseppina Grasso Cannizzo che opera a Vittoria nel sud-est siciliano, tra i più bravi architetti italiani nella mostra alla Biennale Architettura di Venezia 2016, nella quale sostiene che:”gli interventi a piccola scala possono insediarsi con discrezione e misura e possono inserire il PROGETTO negli interstizi urbani abusivi. E’ questo il futuro prossimo degli interventi”.
Si continua invece a favorire e consentire l’edificazione di nuove costruzioni per edilizia residenziale anche in zone agricole con concessioni edilizie di dubbia legittimità
Si prevedono lotti minimi a prescindere dall’utilizzazione e produttività agricola, ma soprattutto a prescindere dalle opere di urbanizzazione.
Si utilizza cosi l’area agricola per costruire la cubatura residenziale prevista a prescindere dall’utilizzazione dell’area da parte dei proprietari che dovrebbero essere agricoltori. o conduttori agricoli, come previsto dalla legislazione.
Così si esprimono costantemente sentenze di Consiglio di Stato e Cassazione (vedi ad esempio sentenza n. 57914/2017), poiché il rilascio del permesso di costruire fabbricati rurali in zone agricole e subordinato alla presenza di più requisiti previsti dalle leggi ed in particolare:
il primo, di natura soggettiva, costituito dallo status del proprietario avente diritto che deve esercitare l’attività di imprenditore agricolo e/o coltivatore diretto a titolo principale: ed anche proprietario conduttore in economia o proprietario concedente:
il secondo, di natura oggettiva, è inerente all’intervento da realizzare che deve essere funzionale alla conduzione del fondo e alle esigenze dell’imprenditore agricolo: ed anche rispondente alla vocazione agricola del fondo.
In assenza dei requisiti suddetti le concessioni di edilizia residenziale stravolgono le previsioni dei PRG, che devono essere dimensionati in conformità a precise esigenze della popolazione e per le quali vanno previste le necessarie opere di urbanizzazione primarie e secondarie.
Si utilizzano le zone agricole a fini residenziali consentendo alla proprietà di lucrare l’incremento di valore dell’area e consumando ulteriormente il suolo invece che utilizzarlo a scopo agricolo.
Ancora una volta si distorcono le prospettive di sviluppo agrario del territorio a favore dei prodotti di qualità certificata (vino, olio, limone femminello, etc.) commercializzabili ed esportabili a livello internazionale come prodotti di alta qualità, per consentire alla proprietà gli ultimi scampoli speculativi che non innescano alcun processo produttivo a vantaggio dell’intera società meridionale.
Corrado Fianchino – Il Grifone
Carissimo Prof.Fianchino da modesti operatori del settore da anni si chiede quanto lei oggi scrive.
Sia il piano di recupero del centro storico che i piani relativi alle aree di recupero nelle cui parti residue si potrebbero allocare nuove volumetrie.
Per riguarda le zone agricole occorre farne buon uso e non possono sostituire le zone C di espansione.
Non mi rassicura certo la qualificazione di IAP o imprenditore agricolo visto che tale qualifica non è certo sinonimo di qualita’ ma di opportunita.
Di recente a Noto e stato rilasciato un permesso di costruire che lascia molti dubbi ed ombre sulla sua legittimità ma stranamente questa cosa non ha suscitato niente.
Direi strano ma non troppo…
Chissà perché la “costante dello stipendio pubblico” accomuna i tecnici a favore del nuovo P.R.G. netino e del principio di “consumo zero di suolo” soprattutto in zona agricola…chissà…e quando questa costante viene meno, subentra quella dell'”incarico pubblico”…a questi cari colleghi suggerirei di misurarsi prima con la libera professione nell’ambito privato e senza alcun “sostegno” pubblico e poi aprir bocca!!!