Al Presidente del Consiglio Comunale di Noto
Al Sindaco di Noto
Al Presidente della Commissione Urbanistica di Noto
Al Segretario Comunale
Ai Consiglieri :Scatà, Tardonato, Pennavaria,Mauceri, Valvo, Amaddio, Frasca, Burgaretta, Campisi, Ferrero, Tiralongo, Sessa
Bosco,Veneziano, Pagano, Cutrali, Pintaldi, Trombatore, Crescimone
La presente per notificare alle SS.LL, quanto segue:
Con deliberazione consiliare del 08-09-2014 N° 56 si esitava il piano di alienazione e valorizzazione immobiliare del Comune di Noto per il triennio 2014-2016, fra i nuovi punti riportati si riscontrava:
1) “Superficie coperta e area di pertinenza esterna ex bar Rosso e Nero – Largo Porta Nazionale 6”
I dati, errati, indicavano una superficie in alienazione di mq.350, una rendita catastale attribuita a mq.150, come riportato nei dati catastali ufficiali ed un valore di alienazione pari €.60.000,00, fonte di qualche perplessità.
Nella delibera di Consiglio Comunale N°53 del 14-07-2015, che modifica in parte i dati precedenti, è riportata con categoria C1(commerciale) e una superficie catastale originaria di mq.150, oltre ad una area di pertinenza di mq.300 ,
ma non viene indicata nessuna rendita catastale, resta il valore attribuito pari a €.60.000,00.
I dati inseriti sono fuorvianti.
In merito all’effettiva proposta di alienazione; lascerebbe intendere che, oltre all’area del fabbricato, avente superficie di mq.150, si voglia cedere una ulteriore area, estesa mq 300, facente parte della Villa Comunale.
Il tutto per una somma, comunque non congrua, di €.60.000,00.
2) L’area a valle della Villa Comunale, adiacente l’Hotel Flora ed estesa mq.350, che nella prima delibera di Consiglio veniva erroneamente indicata con la sua particella catastale, viene riproposta nella seconda delibera Consiliare come confinante con la Caserma dei Carabinieri. Nelle previsioni di PRG era un’area a destinazione speciale Fic; appare inspiegabile che il Comune di Noto che istituisce nell’abitato, con ricerca apposita, un’area con tale destinazione, ne disponga ora l’alienazione, tra l’altro per un valore pari a €. 30.000, valore comunque non congruo.
L’area è a confine con la Villa Comunale, ricadente nella perimetrazione del centro storico.
Per quanto sopra esposto, si invitano le SS. VV. Ill,me ad attenzionare quanto sopra elencato.
LE ASSOCIAZIONI FIRMATARIE
NOTOLIBERA
NOTOAMBIENTE
SEL
COMITATO PER I DIRITTI DEL CITTAD
Qualcosa di poco chiaro di sicuro c’è..troppe incongruenze
Le incongruenze relative ai dati catastali si possono “aggiustare”. I valori attribuiti alle proprieta’ da alienare mi sembrano da rivedere ,e’ pur vero che il mercato immobiliare e’ in crisi e i prezzi sono calati ma a quei prezzi non conviene vendere.
E’ un delitto avere deturpato un Giardino Storico,come il Viale dei Giardini pubblici,a cui è stato sottratto del terreno.
si attendono comunque , doverose spiegazioni, precisazioni e prese di posizione da parte di chi ha competenza nella specifica questione .
il silenzio non è e non sarà accettato .
Cerchiamo di fare capire a chi legge di cosa parliamo e sopratutto le posizioni già espresse dai diversi consiglieri, senza, intenzionalmente, ipotizzare posizioni unanimi. Il piano delle alienazioni e valorizzazione del patrimonio si approva in consiglio comunale sulla base di una deliberazione di Giunta che predispone un apposito elenco. È un atto deliberativo propedeutico al bilancio di previsione: vengono infatti previste entrate che, successivamente, vengono iscritte a bilancio e, molto spesso, viene utilizzato per fare finanza creativa; la deliberazione di approvazione del consiglio comunale determina anche le destinazioni d’uso urbanistiche degli immobili, “funzionando” come vero e proprio strumento di variazione urbanistica. Con la deliberazione del 2014 HANNO approvato un piano che non ha sortito alcuna alienazione, nonostante le ipotizzate entrate abbiano comportato impegno di spesa, falsando in tal modo il bilancio. Il decreto legge 25/6/2008, convertito con legge 6 agosto 2008, n.133, chiarisce, in materia di ricognizione e valorizzazione del patrimonio di regioni ed enti locali, il ruolo del Consiglio Comunale, che deve esprimere la volontà; tocca poi agli uffici preposti attivare il successivo procedimento finalizzato a concretizzare l’alienazione dei beni e, sopratutto, non può il consigliere fare stime di mercato o verifiche sulla veridicità dei dati catastali, può viceversa, non condividere il piano e votare contro. Come è verificabile dagli atti deliberativi affissi all’albo pretorio il consigliere VENEZIANO HA VOTATO CONTRO; l’amministrazione o chi ha votato a favore deve fornire i chiarimenti del caso; sarà inoltre interessante aspettare l’espletamento della procedura, per verificare come l’ufficio preposto intenderà interpretare le volontà del consiglio comunale.
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