Può capitare di sentirti straniero in Patria?
Di non aver l’orgoglio delle tue radici?
Di considerare la città dove sei nato e vissuto da sempre, tua solo idealmente, ma non praticamente?
Si a me è capitato!
Questa diversità tra l’idea e la storia, tra la teoria e la realtà sociale, dà allo sviluppo del pensiero qualcosa di anomalo, di eccezionale, lungi dalla scuola e dalla esigenza dei fatti.
La vita che ti circonda la senti assordante, fastidiosa, estranea.
Il “potere” cittadino non risolve, complica le cose.
Ha imparato l’arte di apparire, per dare forza alla legittimazione; ma non avverte il vero significato del suo compito che sta nel carattere di missione della sua funzione, di servizio nell’interesse di tutti.
Il vero patriota non è un partigiano, non si rifugia nella simulazione per la vergogna di chiamare le cose col loro nome.
La cultura degli effetti non è una maschera.
L’effetto è sempre la conseguenza di una causa; quando la condotta che lo ha determinato non solo non è apprezzabile, ma è addirittura condannabile, devasta, deflagra, distrugge.
Un personaggio, tristemente famoso della storia italiana, che stava per coinvolgere, nella sua tragica fine l’intera nazione, disse ad un giornalista americano del “Chicago Daily News” il 24 maggio del 1924: “Il fascismo è il massimo esperimento possibile per fare gli italiani”.
Si chiamava Benito Mussolini.
L’effetto di quell’esperimento fu il disastro, la sconfitta, la rovina materiale e morale dell’Italia.
Eppure risorgemmo!!
E allora?
C’era una volta Noto, antica città demaniale, faro della Sicilia.
Ritornerà!!!
Alessio Sallicano