Voglio intervenire sull’argomento relativo alle modifiche delle norme tecniche di attuazione relative alle zone E dopo che si sono calmate le acque e vi sono posizioni definite.
In queste ultime settimane pur non essendo presente in città ne ho sentite di tutte i colori compresa la paternità dell’atto deliberativo approvato dal consiglio comunale.
Voglio ricordare che di queste modifiche se ne è parlato quasi un anno e non si nasconde a nessuno che i promotori siano stati ambientalisti molto vicini al PD e parte di Uniti per la Città.
Che ci sia le necessità di maggiore chiarezza o di certezze non lo discute nessuno perchè sia il cittadino o l’imprenditore devono poter lavorare con sicurezza tranquillità e se possibile certezza del diritto,la discrezionalità non ha un metro eguale per tutti.
L’obiettivo prefisso con la variante delle zone E si riprometteva un principio da tutti riconosciuto,la salvaguardia delle zone agricole senza impedirne l’edificazione a chiunque ne facesse richiesta.
Le modifiche iniziali proposte andavano nella direzione di non trasformare le zone E in zone C visto che queste sono quasi esaurite e costano parecchio,secondo il principio sbandierato per anni di riuso per le migliaia di vani inabitati in città e nel centro storico.
Ora nessuno si è messo in testa di rendere le zone agricole inedificabili,ma di ridurre le superfici a volume zero ed introdurre un lotto minimo se di edificazione parliamo, con alcuni aggiustamenti per la distanza dai confini ed altro,tenendo conto di quello studio di natura socioeconomica approvato dal precedente Consiglio Comunale e anche dal precedente Assessore all’Urbanistica della giunta Valvo.
La delibera come tutti sanno è stato un continuo stiracchiamento da una parte all’altra per accontentare un po tutti,con il risultato di lasciare tutti scontenti se pensiamo che l’ultima modifica è stata fatta in pieno consiglio comunale.
Si è passati dall’avere al non aver il lotto minimo e a tutte quelle modifiche che alla fine ci consegnano uno strumento che non rispecchia il pensiero per cui si è iniziato il percorso.
L’atto deliberativo reca purtroppo degli errori grossolani riportati nella modifica delle NTA e del REC che vanno rettificati come promesso pubblicamente dal Sindaco.
Oggi per dovere di chiarezza non rinnego il principio su cui si sono avviate le procedure di modifica,se poi ci sono errori nella stesura dell’atto questi vanno ricercati nelle sedi opportune.
Daniele Manfredi
Fa specie che a sostenere lo scempio del territorio sia senza ritegno proprio la potente lobby dei tecnici. Cioè i veri responsabili della cementificazione che sta compromettendo irrimediabilmente il nostro paesaggio. La loro coscienza non si può tacitare con l’alibi di un distorto senso di responsabilità professionale, che permette loro di avallare le peggiori richieste dei più spregiudicati clienti, realizzando gli abusi edilizi più incoffessabili e coprendoli con le famose perizie giurate lavatutto. La cattiva fede di questi organizzati ammazza-territori, arriva al punto di denigrare nei modi più vili chi esprime, a loro differenza, posizioni sane e lungimiranti. Chi è senza peccato scagli la prima pietra è il loro motto più ricorrente e ipocrita. Fanno finta di vedere solo il dito e non la luna che questo indica. Ma i soldi sono i soldi. Di fronte al tengofamiglia cosa può essere una villetta a due piani in più in cima ad una collina, o una bella lottizzazione (ben mascherata) in una ridente vallata, o un bel sottotetto trasformato in appartamentino . Chi ha elaborato i calcoli e il progetto dello sfacciato consigliere ammazza-territorio? Uno sprovveduto mezzadro per caso da quelle parti o uno smaliziato tecnico che oggi è magari in prima linea per sostenere l’insostenibile massacro del nostro paesaggio agrario? Passatevi una mano su quello che resta della vostra coscienza.