Mi chiamo Giovanni Bressan, architetto, nato in un paesino in provincia di Vicenza, attualmente lavoro presso uno studio pluridisciplinare di New York.
Quando mi è possibile vengo a Noto dove, catturato dal vostro paesaggio rurale, ho intenzione di comprare e recuperare uno dei tanti casolari diruti sparsi nelle contrade collinari e farne un rifugio per la mia famiglia.
Mi permetto di intervenire nel dibattito che anima la città sul nuovo Piano Regolatore Generale e prendo spunto dall’incontro avvenuto il 15 di questo mese di maggio in una bella sala di un ex Convento a cui ho assistito per un po’.
Vengo dal Veneto una regione dove oramai non c’è la distinzione tra città e campagna, dove ad un capannone segue una villetta, e ad una villetta un’altra villetta o un bar, dove siamo stati capaci di fare quello che non si deve fare: coprire (quasi) tutta la campagna di cemento con gravissimi problemi non solo di mancanza di suolo ma anche sociali. I giovani infatti vivendo in un paesaggio senza tradizione, senza punti di riferimento sono sempre più spaesati (“senza paese, senza un luogo dove riconoscersi”; Franco la Cecla), senza alcuna crescita culturale e con problemi di devianza.
Scendere giù fino a Noto e scoprire una campagna antica, ammirare i vostri ulivi secolari, gli aranceti (il giardino, come lo chiamate voi al modo arabo), camminare per sentieri ancora segnati dai solchi dei carri greci, è stato per me un’esperienza prima estraniante poi affascinante.
Il dibattito a cui ho assistito da un lato mi ha molto preoccupato, dall’altro un po’ rassicurato.
I progettisti incaricati all’estensione del p.r.g. (complimenti per il loro puntuale lavoro e per la chiarezza di esposizione) stanno elaborando un piano che ha come presupposto la salvaguardia dell’identità di questi luoghi e lo sviluppo socio-economico della città, la riqualificazione della zona marina, quasi interamente ricoperta da case e villette brutte e anonime (scusate i termini, ma non ne trovo altri), l’orientamento al recupero ed al riuso dell’immenso costruito esistente, la difesa delle zone agricole dove molti giovani imprenditori già ora, basta fare un rapido giro per le colline iblee, hanno impiantato nuovi vigneti, uliveti, mandorleti e persino carrubeti salvaguardando il vostro paesaggio che tanto piace ai turisti a agli imprenditori, ma che è anche fonte di ben-essere per tutti i residenti.
Questa visione dei progettisti è stata fatta propria dal Sindaco, dott. Bonfanti, che in quella occasione ha difeso con puntualità l’operato dei tecnici incaricati o forse è la visione del Sindaco che è stata acquisita dai progettisti che la stanno traducendo in progetto.
La mia preoccupazione nasce dall’atteggiamento di corto respiro di molti tecnici presenti in sala: non un solo intervento che partisse dalle esigenze della collettività, nè un intervento sul recupero delle aree compromesse dall’abusivismo o sul come andare incontro ai giovani agricoltori e neanche una parola sull’intreccio turismo-agricoltura- benessere collettivo.
Mi è sembrato di cogliere che l’unica preoccupazione dei tecnici presenti in quell’incontro (per fortuna mi dicono che non tutti hanno la medesima visione del territorio come res nullius, come semplice inerte supporto) era quella di avere le mani libere nelle aree agricole e poter edificare ovunque volendo ripetere, il sospetto nasce spontaneo, il delitto perpetrato nella zona marina e non solo.
Inutilmente i progettisti hanno detto che la popolazione di Noto è sostanzialmente stabile;
Inutilmente hanno più volte ribadito che le campagne sono piene di bei casolari da recuperare, inutilmente hanno citato gli esempi di altre regioni più virtuose;
Inutilmente hanno più volte ribadito che oramai una giurisprudenza consolidata non consente in zona agricola costruzioni di tipo residenziale;
Inutilmente hanno più volte detto che il p.r.g. sarebbe bocciato a Palermo se si consentissero tali costruzioni;
Inutilmente hanno evidenziato che nel nuovo p.r.g. vi è un aumento delle zone per l’edilizia residenziale;
Inutilmente sono stati elencati i vantaggi che il comparto edile avrebbe dal riuso, dal recupero e dall’adeguamento antisismico del costruito esistente.
Inutilmente.
Ritornando a casa degli amici che mi ospitano ho raccontato l’evento a cui avevo assistito esternando queste brevi e forse banali considerazioni ed ho manifestato il mio stupore sulla visione miope che emergeva dagli interventi di alcuni tecnici presenti in sala.
La risposta, in puro dialetto siciliano, è stata lapidaria: che vuoi fare, scecchi sunu.
Giovanni Bressan
Spettabile Architetto mi permetto solo un po’ di dissentire da quello che lei scrive essendo presente alla riunione del 15 Maggio. La visione del territorio e la sua salvaguardia non mi pare sia stata messa in discussione e non lo può essere poiché buona parte del territorio ricade nei livelli di tutela del piano paesaggistico.I tecnici hanno fatto presente di intervenire tenendo conto dell’indotto economico ma non hanno chiesto di cementificato le zone agricole com’è fatto a casa sua. Poi ne noi siamo scecchi visto quello che è stato fatto a casa sua un po’ asino per forza di cose lo sarà pure lei.
Veda io sono uno degli asini intervenuti che non ha parlato delle zone agricole ma chiesto chiarimenti su tutto il resto ,chiesto quali interventi sono previsti per il centro storico e per le infrastrutture e i servizi dichiarando in sala che le cose proposte sono opere faraoniche che arrechetanno solo danni economici in quanto di nessuna utilità.E’ stato chiesto in modo preciso cosa prevede il P.R.G. oltre la tutela del paesaggio e nei precedenti incontri è stato chiesto di sapere come si intende procedere per le zone ‘abusive” che dovrebbero essere soggette ad un recupero urbanistico e paesaggistico.La introduzione delle nuove disposizioni per le zone D guardi che non sono cadute dal cielo ma proposte dai tecnici locali ancor prima che si desse l’incarico per il P.R.G. Spero che queste critiche gratuite lei le abbia fatte anche ai suoi colleghi del Nord e non sia solo venuto a sputare sentenze a Noto.
Daniele Manfredi tecnico sceccu secondo il suo modo di pensare .
Molto condivisibile. La battaglia, culturale prima che urbanistica, sarà ancora lunga.
Più piccola è la mente più grande è la presunzione.(Esopo)
Rimanga pure a N.Y. se è questo il rapporto che è capace di instaurare coi Netini, ed il rispetto col quale commenta le diverse opinioni dei suoi colleghi! di arroganti e spocchiosi non ne abbiamo certo bisogno! Soprattutto non abbiamo bisogno dell’opinione di chi è talmente offuscato dalla grandezza divina del proprio ego, da non riuscire a cogliere le diverse esigenze di chi vive e lavora a Noto ogni giorno, e chi la sfrutta solo per una breve vaganza! E’ comodo poter vivere e lavorare in città vive dal punto di vista economico e poi staccare la spina qualche giorno ed immergersi in contesti più tranquilli e modesti…ma noi non possiamo essere solamente una cartolina ingiallita o una foto d’epoca per il vostro diletto!!! anche noi Netini abbiamo il diritto di crescere, evolverci, avere un futuro, e dare un futuro anche a chi vuole fare altro dall’assere un ristoratore, un albergatore, una guida turistica o qualsiasi altra cosa funzionale alla sua vacanza a Noto! Sicuramente la sua preparazione e quella dei tanti suoi amici che a cuor leggero dispensano epiteti di basso livello, è talmente avanzata che avrà sicuramente abbracciato criteri futuristici di giudizio in merito alla pianificazione territoriale…ci scusi, ma qui gli “scecchi” siamo ancora molto arretrati e pensiamo che il P.R.G. debba essere espressione armoniosa delle esigenze di ogni categoria e debba necessariamente valutare le ricadute socio-economiche di ogni singola prescrizione da adottare. Qui riteniamo che si debba dare prova di essere abili pianificatori riuscendo a trovare un giusto compromesso tra rispetto per il paesaggio e non solo, e la necessità di poter fare! Ingessare non può essere la soluzione più giusta!
Poi ritengo sia più che normale, che faccia parte della concertazione e del confronto in generale, ritrovarsi nella stessa sala e sostenere in base alle proprie esigenze, esperienze, ambizioni e quant’altro, le proprie opinioni ed ascoltare quelle altrui con le quali si può anche non essere d’accordo…ma educazione e decenza vogliono che non si può ribattere con l’insulto!!!
Noi saremo scecchi in materia urbanistica, non capiremo nulla di pianificazione e certamente poco di tutela ambientale ed architettonica, ma lei certamente ignora i principi base dell’educazione e del saper dialogare tra persone civili ed esordisce in questo dibattito ragliando come un somaro!
Esimio architetto, Le Sue considerazioni sul PRG di Noto, sono molto interessanti e le condivido. Desidererei mettermi in contatto con Lei, anche perché vi sarà a breve un altro incontro sul PRG.
Cordiali saluti.
Dr. Paolo Pantano (presid. Forum delle Associaz. di Agenda 21 Noto) Il mio n° di tel. è 360.767395 Se mi manda un messaggio La richiamo. la mia email è: paolopantano44@gmail.com
Desidererei mettermi in contatto con Lei, in quanto condivido quanto ha affermato. Cordiali saluti. Dr. Paolo Pantano (presid. Forum delle Assoc. di Agenda 21 Noto)
tel . 360.767395 o mi mandi il suo n° lo richiamerò.
email: paolopantano44@gmail.com
Sul P.R.G. non si può entrare nel merito e pertanto ho messo gli appunti nel cestino.
Voglio far presente che la gran parte delle mie osservazioni fatte non sono rivolte all’uso delle zone E.
Appare ovvio che se non ci si lascia attrarre dalla polemica e si esaminano le cose in modo asettico emergono delle criticità che però non ho capito se si possono dire o no.
Mi mandano messaggi in privato ma non comprendo perchè taluni personaggi non politici abbiano tutto questo interesse al che io stia zitto.
Ora siccome su questo campo la polemica non serve ma tanti personaggi non avendo altri argomenti mi vogliono trascinare su un campo che non mi interessa.
Quando il dibattito sarà sereno ,senza preconcetti e si discuterà di argomenti e di proposte si farà un bel salto di qualità.
Io mi ero ripromesso di non occuparmi ne del PRG ne di situazioni urbanistiche ma non è stato così. Le mie considerazioni danno fastidio vuol dire che le tengo per me . I miei appunti sono già in possesso della Roma Costruzioni dopo essere passati dal tritacarte.
Volendo contraddire l’autore dell’articolo non si è scecchi si è stanchi , solo stanchi e nulla di più.
Che peccato che non riusciamo a vedere le ricchezze che abbiamo sotto il naso,nonostante chi viene da altri paesi ce lo faccia notare.