Non so se per lucida determinazione, per felice intuizione, per caso o un po’ per tutte queste cose insieme, il sindaco Bonfanti questa volta ha condotto una partita veramente da ricordare in condizioni veramente avverse. Presso la Prefettura di Siracusa il “trappolone” era stato allestito, non si sa quanto coscientemente, ma era fin troppo evidente. Riunire allo stesso tavolo autorità, deputazione, sindaci e rumorose rappresentanze sindacali, con fuori a protestare decine e decine di dipendenti di SAI8 in procinto di licenziamento, è sembrato a tanti un modo per indirizzare i sindaci verso una soluzione ben preconfezionata che poteva suonare così: “i 10 comuni ubbidienti non sono riusciti ad elaborare una loro soluzione per garantire da lunedì la continuità del servizio idrico integrato, ergo, l’unica soluzione pronta è quella di affidare il tutto per un anno (?) alla spagnola “aqualia”, l’unica a potere anche garantire i 150 posti di lavoro in pericolo”. Un teorema semplice ed efficace, specie con i lavoratori giustamente incazzati, sia dentro che fuori dalla sala delle decisioni.
Gli stessi deputati, promotori della legge regionale divenuta esecutiva solo ieri, non potevano che essere in evidente difficoltà. La soluzione “preconfezionata” li vedeva come inutili incomodi. Di fronte alla piazza ed al voltafaccia degli stessi sindaci che avevano loro sollecitato l’intervento legislativo, non potevano far altro che arrancare con interventi autogiustificativi, sicuramente mortificati per essere stati masticati e sputati in men che in un baleno.
Mancava solo che, come in un film di Celentano, si chiedesse agli intervenuti “qual’è la vostra risposta positiva?”. Ma in questa rappresentazione di democrazia “guidata”, c’è stato qualcosa che non ha funzionato. Al momento del suo turno, il delegato del sindaco di Noto, Corrado Bianca, riportando all’assemblea la già decisa e non trattabile posizione assunta dall’amministrazione comunale, gelando tanti dei presenti, ha introdotto una svolta decisiva all’ameno pomeriggio prefettizio.
Dal punto di vista squisitamente economico, al di là dei doverosi atteggiamenti contrattuali, la mancata adesione del comune di Noto e di altri come Floridia e Buccheri, poteva considerarsi comunque un successo per “aqualia” e si poteva tranquillamente chiudere così la partita anche con la contestuale vittoria dei lavoratori. Ma l’inappellabile presa di posizione di Bianca (a cui le cronache attribuiscono anche l’abbandono definitivo dell’assemblea alle 19), risultava però politicamente disastrosa per i sindaci che avevano già deciso di adagiarsi sulla soluzione preconfezionata, vittime consenzienti del trappolone. Come spiegare ai loro territori che uno o due altri comuni su dieci, avevano così platealmente dimostrato di sapere riprendere in mano il loro destino e loro invece no?
E infatti le ore successive sono trascorse esclusivamente per trovare una credibile via d’uscita ai sindaci ubbidienti/sempre. A quanto pare, l’avvilente quadratura del cerchio si era infine trovata con un provvedimento del Prefetto di requisizione degli impianti di tutti i comuni, Noto compreso anche se assente. Ma in un rigurgito di dignità, i 9 sindaci ubbidienti/sempre, avevano formalmente chiarito che l’affidamento avrebbe avuto la precisa durata di un anno. Cosa che, a quanto pare, non era stato per niente definito in sede di contratto proposto dalla curatela. La variazione è evidentemente risultata fortemente sgradita ad “aqualia”, tanto da indurla ad un clamoroso forfait.
Stamani, l’ultima (?) riunione dei sindaci ubbidienti/frastornati ha partorito quella che appare ormai la soluzione definitiva e generale per tutti i comuni, compreso il nostro, e cioè la requisizione degli impianti per 15 giorni da parte del prefetto (fino al prossimo 9 giugno), di fatto come proroga dell’esercizio provvisorio da parte della curatela . A seguire, nei successivi 90 giorni (fino al prossimo 7 settembre), il consorzio dei comuni – Noto compreso – affitterà la SAI8 a condizioni economiche che non ci è dato ancora sapere. Alla scadenza, i dieci comuni dovranno essere pronti per proseguire con la gestione fino alla sistemazione del quadro normativo regionale, con soluzioni in grado di assorbire la forza lavoro proveniente dalla SAI8. Questo è quanto, al momento.
A meno di ulteriori evoluzioni, dovremmo quindi esserci sbarazzati di “aqualia”, disporre di un maggior tempo per organizzare il subentro alla gestione della curatela, avere allungato il periodo di occupazione garantito agli ex lavoratori SAI8 (rimanendo comunque tutte le incertezze per il dopo).
Senza dubbio un fiore all’occhiello per la gestione Bonfanti ed un impensato assist politico per gli altri sindaci ubbidienti/allo sbaraglio, Siracusa compresa.
Anche se comunque non è ancora il tempo di abbassare la guardia, riconosciuti gli innegabili meriti dei più grandi attori della vicenda, ci permettiamo di ricordare a margine il continuo sostegno ed il pungolo offerto da vari strati dell’opinione pubblica netina, che sommessamente o meno, in questi ultimi cinque anni non ha mai allentato la propria attenzione dalla problematica.
E in questo perimetro intendo comprendere tutti, anche chi, in vari momenti, ha ritenuto più importante sottostare alle direttive di chi non ha di certo a cuore i problemi della nostra comunità, defilandosi o addirittura provando a sostenere persino l’insostenibile.
Tutto è bene ciò che finisce bene. Almeno così speriamo.
Superato il meritato momento di entusiasmo per quanto ottenuto, è il caso di iniziare ad analizzare i dettagli della nuova situazione. Si dice che il diavolo si nasconde tra i dettagli e non credo che in questo caso si sfugga da tale affermazione.
Cominciamo con il provvedimento prefettizio che copre i primi 15 giorni.
1 – chi paga? la curatela ha dichiarato a destra e a manca che il servizio le comportava alcune centinaia di migliaia di euro di perdita al mese (al netto delle fiacche entrate delle bollette). E’ quindi lecito supporre che i primi 15 giorni con tutti i 150 dipendenti e con le ditte esterne per gli interventi almeno essenziali, debbano costare ben più che mezzo milione di euro. Chi paga allora stipendi e prestazioni? Normalmente il prefetto fa fronte ai costi dei suoi provvedimenti con fondi propri. E’ questo il caso?
2 – chi sarà il fiduciario del prefetto a cui tocca, nei fatti, gestire l’ex SAI8? Viene da pensare che sia il commissario dell’ATO. Non vedo però un commissario straordinario a prendere decisioni tecniche ed economiche sull’ordinaria amministrazione. Credo che in questi 15 giorni a decidere quali spese fare e non fare saranno sempre i dirigenti tra i 150 dipendenti della ex SAI8. Una “rivoluzione” gattopardiana.
Passiamo ai successivi 90 giorni di gestione ATO, sempre con l’esclusivo utilizzo dei 150 dipendenti della ex SAI8:
3 – con quali oneri economici questo affitto del ramo d’azienda sarà concesso dalla curatela all’ATO? Teniamo conto del vantaggio contrattuale che in questa situazione ha la curatela rispetto all’ATO. Qualcuno ha idea di quanto ci costerà?
4 – chi paga i tre mesi di gestione, equivalenti a diversi milioni di euro? Dicono che esista un fondo cassa dell’ATO. Ma è in grado di sostenere questa botta? E se già da ora non bastasse?
5 – sarà quindi l’ATO a bollettare per i tre mesi con la medesima tariffa adottata da SAI8? se così fosse non mi pare che si possa considerare una grande conquista per la maggior parte degli utenti interessati al costo salato della bolletta. Sarebbe un vero autogol dal punto di vista politico per i 10 sindaci.
I comuni hanno preso l’impegno solenne che alla fine dei tre mesi, saranno in grado di riacquisire il servizio ed assorbire i 150 dipendenti ex SAI8. E’ lecito ipotizzare che buona parte delle soluzioni pronte allo scadere dei tre mesi, avranno carattere temporaneo, dato che la legge quadro del settore non sarà ancora pronta.
6 – In questo generalizzato quadro di soluzioni gestionali temporanee, si deve supporre che anche l’impiego dei 150 dovrà avere carattere temporaneo?
7 – Anche con eventuali future leggi ad hoc, superato non più di un anno di occupazione frazionata tra diversi comuni, che garanzie per il dopo dei 150? Allo stato mi viene da dire nessuna. Anche perchè, finita la straordinarietà legata al mantenimento del servizio, per i comuni si devono applicare le ordinarie norme che regolano le assunzioni nel pubblico impiego (patto di stabilità, concorsi non riservati, graduatorie, ecc.) che mal si conciliano con l’idea facilona delle chiamate dirette che in questo momento imperversa.
Aspettiamo (e non solo noi) chiarimenti da chi di dovere.